26/03/2016 di Redazione

Ecco la “griglia” di persone comuni che può battere la tubercolosi

Ibm ha svelato “Help Stop Tb”, progetto di ricerca scientifica contro la malattia infettiva che si avvale della potenza di calcolo in crowdsourcing della World Community Grid: un’infrastruttura ospitata sulla cloud di Softlayer e alimentata da un supercom

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Il crowdsorucing si mette al servizio della ricerca scientifica e, nello specifico, si organizza per lottare contro la tubercolosi. Alta tecnologia e medicina si sono incontrate nel progetto “Help Stop Tb”, inaugurato sulla piattaforma World Community Grid di Ibm: l’iniziativa, varata nel 2004 da Big Blue e ospitata sull’infrastruttura cloud Softlayer, che fornisce agli scienziati enormi quantità di potenza di calcolo gratuita, sfruttando il tempo in cui i computer e i dispositivi Android dei volontari di tutto il mondo non vengono utilizzati. Sì, perché “Help Stop Tb” proseguirà grazie alle risorse di elaborazione “donate” da migliaia di persone, che permetteranno ai ricercatori di eseguire i milioni di calcoli necessari per simulare il comportamento dei batteri responsabili della tubercolosi, in modo da comprenderne le vulnerabilità che i nuovi medicinali potranno sfruttare in futuro.

La potenza combinata disponibile su World Community Grid ha creato già oggi uno dei supercomputer virtuali più potenti e veloci del pianeta. Grazie al crowdsourcing, sarà così possibile conseguire risultati più rapidi e di maggiore portata rispetto all’impiego delle risorse di elaborazione tradizionali di cui i ricercatori in genere possono disporre.

Il batterio della tubercolosi, malattia che nel 2014 ha causato la morte di 1,5 milioni di persone nel mondo, ha un rivestimento che lo protegge da molti farmaci e dal sistema immunitario del paziente. Oltre ai grassi, gli zuccheri e le proteine che compongono questo rivestimento vi sono molecole grasse, chiamate acidi micolici.

 

 

Il progetto “Help Stop Tb” utilizzerà la potenza di calcolo donata dai membri di World Community Grid per simulare il comportamento e le proprietà chimiche di questi acidi, allo scopo di comprendere meglio come essi proteggono i batteri della Tbc. Gli scienziati dell’Università di Notthingham, partner dell’iniziativa, sperano di utilizzare i risultati per arrivare a sviluppare trattamenti migliori per questa malattia, in particolare delle terapie in grado di eludere le difese delle pareti cellulari dei microrganismi.

Negli ultimi 11 anni oltre tre milioni di computer e dispositivi mobili, appartenenti a singoli individui e a 470 istituzioni di 80 Paesi, hanno apportato potenza a supercomputing virtuali per due dozzine di progetti in crowdsourcing. Con World Community Grid si è giunti a progressi in aree come la ricerca oncologica, le terapie per l’Aids, la mappatura genetica, l’energia solare e la conservazione dell’ecosistema. La “griglia” è supportata dalla Berkeley Open Infrastructure for Network Computing (Boinc): una piattaforma open source sviluppata dall’ateneo californiano con il sostegno della National Science Foundation statunitense.

 

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