16/02/2012 di Redazione

Economia digitale: chi punta sul cloud e chi sul wireless

Il Commissario Ue per la Digital Agenda Neelie Kroes invia nuovi messaggi sull’importanza delle tecnologie Internet per garantire occupazione e crescita per l’Europa. Il Presidente Usa Barak Obama, intanto, destina 10 miliardi di dollari alla banda larga

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La chiamano economia digitale ed è una delle tematiche calde tanto fra gli addetti ai lavori dell’industria tecnologica quanto sui tavoli dei ministeri di molti Paesi e di quelli degli organismi comunitari competenti.

In seno all’Unione Europea la questione della Digital Agenda è da tempo fra le priorità e lo è soprattutto per il Commissario Ue Neelie Kroes, primo sponsor di questa iniziativa e pronta ad ogni occasione a ribadirne la natura di passo in avanti fondamentale per le sorti (economiche) dell’Europa. Giusto ieri la Kroes ha enfatizzato nuovamente il tema in un’intervista pubblicata da EurActiv: “se spingiamo gli Stati membri ad avviare la Digital Agenda, potremmo avere un aumento del Pil di un punto percentuale. E il cloud sarà il cuore di tutto questo. Le istituzioni europee e i governi dovrebbero maggiormente investire sugli appalti congiunti dei servizi informatici per incoraggiare l’uso dei servizi di cloud computing”.




Messaggio chiaro, che si inquadra in uno scenario che vede l’economia digitale nel Vecchio Continente aver raggiunto già discreti risultati in virtù di una crescita calcolata nel 12% l’anno e della capacità di creare 2,6 nuovi posti di lavoro per ognuno perso a causa del cambiamento che il processo di digitalizzazione implica nel tessuto delle aziende (allo stato attuale, inoltre, la domanda di professionisti IT in Europa sta superando l’offerta).
 
La Kroes è quindi convinta che la strada da imboccare per tutti – governi, aziende (anche di piccole dimensioni), fornitori di tecnologia – sia quella del cloud elevando a driver di sviluppo dei progetti nella nuvola un fronte comune di spesa finalizzato a definire accordi strutturali a lungo termine fra le autorità pubbliche e i provider di servizi cloud. E in questo senso va ricordata l’iniziativa lanciata proprio dalla Kroes al recente World Economic Forum di Davos, e cioè la European Cloud Partnership.

Quella del Commissario Ue è una lecita e anche fondata speranza che si scontra però con le difficoltà del momento e la conclamata reticenza da parte di una certa fascia di aziende (in Italia il discorso riguarda essenzialmente le Pmi) ad investire seriamente in nuove tecnologie. Per non parlare della difficoltà, sempre molto d’attualità dalle nostre parti, di mettere a fattor comune idee, interessi di parti e finanziamenti per mettere in cantiere progetti concreti e non solo proclami sulla carta.

L’idea di coinvolgere i responsabili della spesa pubblica in modo sistematico, creando i presupposti per delineare condizioni di fornitura vantaggiose e generare efficienze sotto il profilo dei costi e dell’offerta di servizi online avanzati a cittadini e imprese, è buona. Ma va coltivata su base locale, coinvolgendo in modo strutturato gli operatori attivi sul territorio. 
 
Per supportare questo progetto la Kroes ha confermato un investimento iniziale di 10 milioni di euro – con l’obiettivo di vedere i primi risultati già dal 2013 – e non ha mancato di ammettere che, nonostante sia sicuramente ben posizionata rispetto al resto del mondo in fatto di penetrazione della telefonia mobile e della banda larga, l’Unione europea nel suo complesso lamenti forti ritardi nella disponibilità delle connessioni ultrabroadband.

Che, ce lo raccontiamo da anni, sono uno dei pilastri sui cui poter edificare l’economia digitale, partendo da basi che sia chiamano servizi ed infrastrutture disponibili per tutti, dovunque e a prezzi competitivi. In Italia partono in questi giorni le sperimentazioni pubbliche sull’Lte, a firma di Telecom Italia e Vodafone: speriamo che sia di buon auspicio sul fronte delle Ng, le reti di nuova generazione, risorsa strategica che il Belpaese aspetta da anni.




La banda larghissima, lo dicono i fatti, è un tema che sta a cuore anche al Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. La sua amministrazione, infatti, ha deciso di destinare un budget di 10 miliardi di dollari per lo sviluppo delle tecnologie wireless ad alta velocità partendo dal presupposto che – parole del numero della Casa Bianca - “Internet senza fili è un ingrediente cruciale per la competitività del Paese e l’efficienza della nostra economia”.

Il finanziamento di cui sopra è stato inserito nell’ultimo bilancio federale ed è parte di quel 5% delle risorse statali che Obama ha indirizzato all’innovazione e all’istruzione. Più precisamente, 7,4 miliardi di dollari saranno spesi per le attività della National Science Foundation e altri 3,2 miliardi saranno invece utilizzati per finanziare borse di studio per i ricercatori. Ulteriori 55 milioni di dollari verranno infine destinati a programmi di formazione di nuovi scienziati e ingegneri e 14 milioni per lo sviluppo di tecnologie energetiche pulite.

 

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