13/06/2015 di Redazione

Email forever: 940 milioni di messaggi al giorno in Italia

Una ricerca di MagNews evidenzia la centralità della posta elettronica nel nostro Paese. I più attivi sono gli adulti tra 25 e 34 anni, che dispongono di due o più account: il primo della lista è Gmail (16 milioni di utenti), seguito da Microsoft e dalla

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Le persone che per lavoro hanno a che fare con le email sentono sempre più spesso i colleghi lamentarsi del numero impressionante di messaggi di posta ricevuti. Si tratta, la maggior parte delle volte, di un dolersi più che giustificato: le caselle mail sono prese quotidianamente di mira da decine e decine di messaggi che non lasciano quasi il tempo di respirare. In Italia, ogni giorno, sarebbero circa 940 milioni le mail scambiate. Vale a dire trenta a persona. Un traffico notevole, a cui contribuiscono in maniera massiccia soprattutto i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni e, in generale, gli uomini. Sono loro infatti a disporre di ben due o più account di posta diversi. I numeri provengono dall’Email Marketing Experience Report 2015, ricerca svolta da MagNews con lo scopo di indagare il rapporto tra gli italiani, la posta elettronica e i sistemi di messaggistica offerti dai social network.

L’azienda, che ha coinvolto per l’indagine 1.001 persone distribuite su tutto il territorio nazionale, ha determinato il “campione” assoluto dei servizi email. È Google che, con Gmail, è scelto da ben 16 milioni di italiani. È il 53% del panel, che coincide in larga parte con gli utilizzatori di smartphone. Quindi, chi per lavoro o altri motivi deve riuscire ad accedere alla posta sul cellulare, sceglie in un caso su due la piattaforma di Big G. Un numero forse “drogato” dall’obbligo imposto dal colosso di Mountain View ai possessori di device Android che, per utilizzare lo smartphone, devono obbligatoriamente creare un account Google.

Microsoft tiene invece botta con 12 milioni di utenti, seguita a stretto giro dal gruppo Italia Online (Libero, Wind, Iol) con 11 milioni di caselle attive. Secondo MagNews, i tre leader di mercato possiedono oltre il 60% degli account censiti. I motivi che spingono le persone a iscriversi nel tempo a più servizi sono differenti: domina la risposta più scontata, ovvero “caselle diverse per propositi diversi” (59,1% tra gli uomini e 62,1% tra le donne), seguito da “ne ho create diverse in passato e continuo a utilizzarle” (40,1% e 37,3%) e da “uso caselle per messaggi che mi interessano poco” (36,9% e 35,7%).

A proposito di tempo: gli account più anziani sono quelli Microsoft. In media, Outlook e compagni sono in vita da 5,2 anni, contro i 4,3 di quello aziendale e i 3,6 di Gmail. Quello di Google è il servizio più giovane, che ha quindi visto una delle crescite più repentine degli ultimi tempi. Grazie forse, per ripetersi, anche al boom degli smartphone Android. A onor del vero, però, va detto che Gmail è anche la casella “del cuore”, quella cioè consultata più di frequente dalle persone.

 

 

Ma quali sono i mezzi di fruizione principali delle email? Le modalità sono sostanzialmente tre: tramite Web, con app mobile dedicata e con programmi per la gestione dei messaggi come Outlook e Thunderbird di Apple. Ebbene, l’accesso via browser è ancora quello predominante in generale, mentre in ambito aziendale dominano i software dedicati. Le applicazioni per smartphone e tablet, invece, vivono momenti di fortuna alterna a seconda degli sviluppatori. Gmail è la più letta su Web e tramite app, Libero si piazza invece al secondo posto tramite browser, ma crolla al 4,1% in mobilità. Un vero peccato soprattutto per quel 4,7% di persone – quasi tutti uomini – che non riesce a fare a meno della posta elettronica anche quando si trova alla toilette.

Ma l’email non è solo uno strumento utile per il lavoro o il tempo libero. Può rappresentare anche un pesante fardello per chi si trova a ricevere innumerevoli messaggi di spam. Il 49% degli intervistati da MagNew è convinto che la quantità di posta indesiderata sia superiore a quella di tre anni fa. Solo il 17% la pensa invece in modo esattamente opposto, affermando il contrario. In media, ogni persona riceve quotidianamente 7,3 newsletter e Dem commerciali, con un buon 17,5% che se ne vede recapitate però dalle 15 in su ogni giorno. In totale, si parla di 220 milioni di Dem quotidiane che circolano nei dispositivi italiani.

È interessante però notare che lo spam, malgrado sia un fastidioso ma inevitabile incidente di percorso, viene monitorato attentamente dagli abitanti della Penisola. La cartella “spazzatura”, infatti, è aperta una volta alla settimana dal 26,1% delle persone e addirittura in modo quotidiano dal 33,1% di loro. Il motivo? Presto detto: è ancora molto diffuso il timore di perdere qualche messaggio importante, che potrebbe essere catalogato dai filtri antispam come indesiderato.

I 220 milioni di newsletter recapitate negli account italiani sono ovviamente inerenti a temi diversi. Gettonatissimi gli sconti e le promozioni (59,2%), che dominano incontrastati la classifica. Seguono, a netta distanza, viaggi e turismo (39,2%), messaggi provenienti dai social network (31,6%), offerte di lavoro (30,9%) e libri, musica, arte e cultura in generale (29,8%). Lo scopo principale di iscrizione alle newsletter è rimanere aggiornati sulle novità (28,8%), ma non manca anche la possibilità di fare buoni affari e risparmiare denaro (17,2%).

 

 

Infine, la posta elettronica sembra resistere bene anche all’ondata dei nuovi mezzi di comunicazione digitale che hanno ormai rivoluzionato le modalità con cui le persone si scambiano informazioni. Se è vero che WhatsApp e Facebook sono considerati irrinunciabili rispettivamente dal 48,7% e dal 30,7% degli intervistati, l’utilità di servizi di questo genere rimane spesso confinata alla sfera privata e non entra nel mondo del lavoro. Ne è la riprova il fatto che WhatsApp è molto amato nella fascia di età che va dai 15 ai 24 anni e Facebook tra gli over 55.

 

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