02/09/2014 di Redazione

Entro 20 anni droni robot e realtà aumentata nella PA

I dipendenti del settore pubblico ipotizzano che nel medio-lungo termine cambierà il modo di lavorare delle amministrazioni grazie all'introduzione di nuove tecnologie che miglioreranno la comunicazione e l'efficienza.

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Secondo quanto emerso da una ricerca commissionata da Ricoh e condotta da Coleman Parkes i dipendenti pubblici ipotizzano che entro 20 anni gli uffici avranno in dotazione tecnologie innovative che cambieranno radicalmente il modo di lavorare. Una percentuale significativa del campione si aspetta sistemi per la realtà aumentata, robot, droni da ufficio e trasmettitori sensoriali che consentiranno di trasferire dati audio e video direttamente al cervello sotto forma di segnali elettronici.

La maggioranza dei dipendenti che ha partecipato al sondaggio non crede che tale cambiamento possa manifestarsi nel breve termine (nei prossimi 5-10 anni), ma in un futuro più lontano. L'introduzione di nuove tecnologie infatti migliorerebbe la condivisione delle informazioni e renderebbe le comunicazioni più efficaci con un conseguente beneficio allo svolgimento complessivo del lavoro.

Questa forte spinta innovativa rischia però di essere frenata da una serie di fattori con i quali i dirigenti pubblici devono fare i conti: i costi (forse l'aspetto più significativo), la sicurezza e una burocrazia ancora troppo opprimente che lascia un campo d'azione ridotto. Sarebbe necessaria inoltre una comune volontà affinché ciò possa avere luogo, per contrastare la resistenza al cambiamento, e la difficoltà di connettere le nuove tecnologie con i sistemi.

Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe, spiega che "non c'è dubbio sul fatto che in futuro il posto di lavoro nel Settore Pubblico sarà molto diverso da quello di oggi, dal momento che vi saranno nuovi modi di comunicare e di ricevere informazioni. Il futuro in cui la realtà aumentata darà ai dipendenti nuove possibilità è molto vicino. Come messo in evidenza dagli stessi dipendenti, vi sono però alcuni percorsi obbligati da intraprendere prima che il settore possa trarre valore dalle future innovazioni. Ad esempio è necessario completare la digitalizzazione dei processi di business e rivedere le modalità con cui i dipendenti accedono alle informazioni. Lo studio mostra che un terzo delle organizzazioni del settore non si avvale di piattaforme per la collaborazione interna e anche la funzionalità follow-me printing e le soluzioni basate sul web per organizzare meeting sono sottoutilizzate".

Anche la Commissione Europea si sta impegnando in merito, mettendo in atto una serie di iniziative per aumentare le interazioni digitali e consentire al Settore Pubblico di evolversi verso uno standard tecnologicamente più avanzato. L'obiettivo della Commissione è quello di incrementare entro il 2015 l'uso dei servizi di eGovernment del 50% da parte dei cittadini e dell'80% da parte delle imprese europee.

Carsten Bruhn aggiunge infine che "oltre ad accelerare la digitalizzazione nel Settore Pubblico, le direttive europee consentiranno in futuro di sviluppare servizi per i cittadini più efficaci. Un ambiente di lavoro caratterizzato da tecnologie per la collaborazione e l'interattività sempre disponibile aumentano la produttività interna e l'efficacia delle comunicazioni con i cittadini. Le tecnologie agevolano le organizzazioni del Settore Pubblico che stanno cercando di aumentare l'efficienza e di migliorare i servizi ai cittadini. Il punto di svolta potrebbe essere il 2034, anno in cui il posto di lavoro tecnologicamente evoluto potrebbe essere una realtà. Sarà l'inizio di una nuova era in cui innovazioni, quali i comandi che si attivano con il pensiero, diventeranno la normalità".

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