31/01/2019 di Redazione

Ex spie americane a libro paga degli Emirati Arabi Uniti

Reuters ha rivelato l’esistenza di Project Raven, un massiccio programma di cyberspionaggio del Paese del golfo in cui hanno operato decine di ex membri della Cia e della Nsa. Con un potente software gli hacker monitoravano a distanza gli iPhone di attivi

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Ex membri dell’intelligence statunitense hanno aiutato l’autorità per la cybersicurezza degli Emirati Arabi Uniti a violare sistemi informatici e dispositivi di personalità sgradite alle autorità emiratine. Lo ha rivelato, con un’esclusiva, Reuters. L’agenzia ha contattato personalmente diverse spie che in passato hanno collaborato con la Cia e con la National Security Agency (Nsa) a stelle e strisce. Una dei protagonisti della storia è Lori Stroud che, nel 2014, due settimane dopo aver lasciato il proprio posto di lavoro come analista alla Nsa si trovava già in Medio Oriente al servizio degli Emirati. Secondo quanto raccontato da Reuters, Stroud ha preso parte a Project Raven, un team segreto formato da una decina di ex membri dell’intelligence americana incaricato di monitorare le attività di governi, militanti e attivisti dei diritti umani sgraditi al regime.

Nell’elenco figurerebbero anche il premio Nobel per la pace yemenita Tawakkol Karman, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani, il vice primo ministro turco Mehmet Şimşek e il giornalista britannico Rori Donaghy. La squadra, operativa in un palazzo di Abu Dhabi, sarebbe riuscita ad hackerare diversi iPhone fra il 2016 e il 2017 utilizzando un software di spionaggio noto come Karma e sfruttando una vulnerabilità di iMessage, ormai risolta.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, che ha potuto visionare anche migliaia di documenti riservati, Karma consentiva ai pirati informatici di accedere da remoto ai cellulari caricando numeri di telefono o indirizzi email delle vittime in un sistema automatico di targeting. Non era quindi necessaria alcuna interazione da parte degli utenti. Il software non funziona con dispositivi Android e non permette di intercettare le telefonate, ma consente di ottenere fotografie, email, messaggi di testo, informazioni di geolocalizzazione e password salvate.

Un’arma potentissima che, secondo Reuters, solo una decina di Paesi potrebbe sviluppare: Stati Uniti, Cina, Russia e i loro alleati più stretti. A quanto sembra Karma sarebbe stato acquistato da un’azienda non emiratina, ma i giornalisti non sono riusciti a scoprire l’identità del vendor. Project Raven sarebbe poi passato sotto un controllo più diretto da parte di una società locale, la DarkMatter, caratterizzata da comportamenti ancora più aggressivi.

Questo cambio ai vertici, insieme alla certezza che il programma stesse sorvegliando anche diversi cittadini americani, convinse diversi operatori a tornare negli Usa. Fra questi la stessa Stroud, che ora vive in una località sconosciuta degli Stati Uniti. Al momento l’Fbi sta indagando per capire se siano state rivelate anche informazioni riservate che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale.

 

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