30/06/2014 di Redazione

Facebook altera la bacheca di 700mila utenti

Facebook ha modificato le notizie visibili nella sezione News Feed di un vasto campione di utenti per testare il proprio potere di condizionamento emotivo.

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Facebook attraverso un membro del suo Science Team, ha comunicato di aver rimodulato la sezione notizie di circa 700mila persone, ridistribuendo arbitrariamente i post che comparivano nelle loro bacheche. Tali messaggi influirebbero sul nostro morale, provocando attitudini positive o negative, che in un gioco di influenze reciproche tendono a diffondersi. L'obiettivo di tale esperimento era quello di comprendere il potere che ha il social network di condizionare lo stato d'animo degli utenti.

Giusto per la cronaca il risultato è positivo, ma molti utenti e giornalisti non hanno affatto gradito l'iniziativa. Facebook evita le critiche citando l'ormai celebre normativa sull'utilizzo dei dati che ogni utente deve accettare per potere utilizzare il servizio anche se, come molti fanno notare, dare il consenso per l'uso dei dati personali non dovrebbe equivalere a fare da cavie per esperimenti scientifici.

 

Il problema di questa vicenda, secondo quanto sostiene Kashmir Hill, giornalista di Forbes "è ciò che le società possono fare ai propri utenti senza chiedere prima o informarli dopo". Facebook si difende scaricando le responsabilità all'università con cui ha collaborato per realizzare la ricerca e precisa che il tutto è stato realizzato per offrire un servizio ancora migliore all'utente finale.

La realtà è che con questa ricerca Facebook ha scoperto che rendendo il News Feed più emotivo le persone sono maggiormente invogliate a ritornare sul social network; questo sarebbe il concetto di "migliorare il servizio" secondo l'azienda californiana.

Kramer (membro del Science Team), spiega come Facebook stia cercando di migliorare le procedure interne per sviluppare e approvare esperimenti futuri, a tal proposito la Hill commenta che "basandosi sulle affermazioni di Kramer e sul comunicato di Facebook, è evidente che l'azienda ancora non capisce la preoccupazione che sta alla base di queste critiche", prosegue ancora K. Hill, "fare test sulla possibile manipolazione delle emozioni umane tramite la gestione dei contenuti è raccapricciante, per non dire spaventoso".

Critiche molto nette dunque con le quali l'azienda di Mark Zuckerberg si dovrà confrontare. Viene da chiedersi sulla base di queste informazioni se davvero siamo noi ad essere clienti di un servizio gratuito o se forse, ne siamo il prodotto.