23/09/2016 di Redazione

Facebook fa male i conti, ma l'abbuffata di video è reale

Ogni giorno 8 miliardi di filmati vengono fruiti sul social network. La durata media di visione, però, è inferiore del 60% od 80% rispetto a quando calcolato finora: erroneamente, non sono stati considerate le visualizzazioni da meno di tre secondi. Gli i

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Quando si parla di numeri a nove zeri, come gli 8 miliardi di video che ogni giorno fruiamo su Facebook, un errore di calcolo può essere significativo. Le statistiche del social network – frutto di due anni di monitoraggio – indicano una media di 8 miliardi di visualizzazioni quotidiane di filmati, corrispondenti a 100 milioni di ore al giorno spese dagli utenti a guardare video su Facebook. Fin qui tutto bene, ma quando si passa a misurare la durata media delle visualizzazioni, ecco che i numeri non risultano del tutto genuini. A viziarli c’è un errore di metodo, ammesso un mese fa dalla stessa azienda su una pagina dell’Advertiser Help Center: dal calcolo sono state escluse le visualizzazioni di durata inferiore ai 3 secondi.

Ovvero tutte quelle in cui l’utente prontamente chiude una finestra o interrompe un filmato partito in automatico, o per disinteresse o magari perché in quel momento non ha tempo o voglia di dedicarsi alla visione di quel contenuto. Escludendo tutti questi episodi  dal conteggio, la durata media di visione è dunque risultata gonfiata. Di quanto? A detta del Wall Street Journal, di una percentuale compresa fra il 60% e l’80%: così avrebbe ammesso la stessa Facebook all’agenzia pubblicitaria Publicis Media.

Se le “visualizzazioni lampo”, da meno di tre secondi, davvero incidono del 60% o 80% sulla durata media della fruizione, gli inserzionisti dovranno certamente tenerne conto. In parole banali, sono stati indotti a sovrastimare almeno una delle variabili che determinano l’impatto (o il presumibile impatto) di una campagna di marketing.

 

 

Allo stesso tempo però, l’errore di matematica non invalida la sostanza: l’incredibile boom dei contenuti video di questi anni, un boom di cui Facebook è allo stesso tempo un palcoscenico e una delle cause. E basti pensare non solo ai volumi, ma alla varietà dei formati possibili, da quelli classici alle dirette streaming. Fra l’altro, se non fosse per l’articolo pubblicato ieri dal Wall Street Journal, non avremmo forse saputo nulla della vicenda, nota invece da un mese circa agli inserzionisti. Evidentemente, non poi così insoddisfatti dei risultati di visibilità e di vendite ottenuti finora grazie al social network.

Aggiornamento: Facebook ha replicato alle notizie circolate sui media con una dichiarazione ufficiale: Abbiamo recentemente scoperto un errore nel modo in cui viene calcolata una delle nostre metriche video. Questo errore è stato corretto, non ha impatto sulla fatturazione e lo abbiamo comunicato ai nostri partner sia attraverso le dashboards di prodotto sia contattando il sales e gli editori. Abbiamo anche cambiato il nome della metrica per essere sicuri che fosse chiaro quello che misuriamo. Questa metrica è uno degli strumenti più utilizzati dai nostri partner per valutare le loro campagne video".

 

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