25/05/2016 di Redazione

Facebook ha licenziato Bing in quaranta lingue diverse

Il servizio di traduzione automatica del social network non si avvale più da dicembre del motore di ricerca di Microsoft, ma si basa completamente su un algoritmo “fatto in casa” e sull’apprendimento automatico. L’azienda sta pensando di estendere la funz

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Due miliardi di traduzioni al giorno, in quaranta lingue e su 1.800 direzioni diverse tra gli idiomi di cinque continenti. In tutto, ottocento milioni di persone che visualizzano ogni mese contenuti tradotti. Sono alcuni dei numeri del servizio automatico di Facebook, che raggiunge circa il cinquanta per cento della propria platea globale. Ed è tutto basato sul sistema di apprendimento automatico dell’algoritmo di Menlo Park, che a partire da dicembre 2015 sta facendo tutto da solo. Senza più quindi avvalersi del supporto di Microsoft Bing, motore di ricerca a cui Facebook si era affiancato nel 2011 per iniziare ad alimentare il proprio servizio di traduzione automatica dei post.

Novità e cifre sono stati svelati da Alan Packer, director of engineering for language technology del social network blu, durante la conferenza Emtech Digital del Mit, in chiusura oggi a San Francisco. I vantaggi di una tecnologia “fatta in casa” e in grado di apprendere contenuti scritti in linguaggio naturale sono molti. E apparentemente in continua crescita.

Secondo Packer, per esempio, se Facebook fosse in grado di capire quando un utente chiede informazioni su un hotel a Parigi, potrebbe far comparire il post agli amici che recentemente hanno visitato quella città. Magari traducendo in automatico il contenuto e suggerendo direttamente quale persona contattare per avere più informazioni.

La tecnologia di Facebook è stata potenziata anche grazie all’acquisizione, avvenuta nel 2015, di Wit.ai: una startup che sfruttava la comprensione del linguaggio naturale (scritto e parlato) per sviluppare interfacce utente nuove e personalizzate. Ma perché il gruppo di Menlo Park ha deciso di “sbarazzarsi” di un compagno fidato come Bing? Per motivi pratici.

 

 

“All’inizio non disponevamo della tecnologia necessaria e vedemmo del potenziale” in Bing, ha spiegato Packer alla testata Techcrunch. Ma, col passare del tempo, è affiorato un problema sostanziale per un social network: il servizio di Microsoft era progettato per tradurre soprattutto testi scritti per le pagine Web, solitamente più curati, e non si adattava molto bene al linguaggio schietto dei post di Facebook.

Bing, in sintesi, era carente “sullo slang, le frasi idiomatiche e le metafore. Abbiamo sentito il bisogno di elaborare qualcosa a partire dai nostri dati”, ha aggiunto Packer. E il lavoro di sviluppo ha dato i suoi frutti, in quanto il servizio è ormai disponibile per 1.800 diverse combinazioni e direzioni (dall’inglese all’italiano e viceversa, dal tedesco allo spagnolo e ritorno e così via). Quando Facebook è certa della bontà della traduzione, questa viene mostrata di default all’utente nella propria lingua.

Altrimenti, sotto il contenuto comparirà ancora l’opzione “Visualizza traduzione”: in questo modo, l’utente saprà che la resa del servizio potrebbe essere non ottimale. E l’azienda californiana starebbe valutando l’implementazione di una piattaforma automatica di questo genere anche per altri prodotti, come Instagram, sempre più popolare. Il predominio dell’intelligenza artificiale è sempre più vicino?

 

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