13/04/2011 di Redazione

Facebook non durerà a lungo, salvate le fotografie

Bruce Sterling, scrittore e teorico della società digitale, ha espresso la propria opinione su Facebook. Il social network non ha futuro a lungo termine, e investirci sarebbe da folli.

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Facebook ha davanti a sé al massimo dieci anni, e investirci è "da folli". Questo il pensiero di Bruce Sterling, che cita MySpace come esempio di declino repentino e inaspettato – simbolo della volatilità di un progetto che non può durare a lungo.

Bruce Sterling

Sterling è un noto scrittore di romanzi, considerato tra i fondatori del genere cyberpunk. Ha infatti scritto – insieme al più noto William Gibson – il romanzo manifesto The Difference Engine (La macchina della realtà, Mondadori 1990). Negli ultimi anni tuttavia Sterling si è reso noto anche come teorico della società digitale e filosofo della rete, particolarmente apprezzato in Italia – dove vive per alcuni mesi l'anno. E non perde occasione per parlare di Rete o di software, e le sue parole hanno sempre un'eco piuttosto rilevante.

Lo scrittore non ha mai nascosto di guardare con diffidenza agli aspetti più "pop" della tecnologia e di come gli utenti usino la Rete oggi. "Facebook ha i giorni contati", dice, aggiungendo che "E' veramente assurdo che sia durata tutto questo tempo

Ed è un pazzo chi punta sul futuro a lungo termine della geniale intuizione di Mark Zuckerberg, così come degli altri social network. Basti pensare a Myspace, che nel giro di un anno ha perso più del 70% del suo valore e dei suoi contatti. L'inevitabile conclusione è quindi che "i social network avranno al massimo sette, forse 10 anni di vita ancora. Poi, com'è nell'ordine delle cose, saranno sostituiti da nuovi media e nuovi linguaggi, probabilmente da un'evoluzione dei personal blog".

Il povero Mark Zuckerberg non sa ancora di non avere un futuro

Può darsi, magari è persino probabile; ma se c'è una cosa di cui si può star certi è che nel mondo digitale ogni previsione che vada oltre i dodici mesi è carta straccia – nella maggior parte dei casi. Ancora di più se si tratta di un'intuizione, e non di una ricerca statistica. D'altra parte affermare che tra dieci anni avremo nuovi media e nuovi linguaggi a sostituire quelli attuali è un'azione abbastanza sicura e priva di rischi – se non altro per la sua disarmante ovvietà.

Sterling non ha parlato invece d'investimenti a breve termine, e c'è da scommettere che se e quando Facebook si quoterà in borsa saranno in pochi a preoccuparsi del valore a dieci anni, e in molti a cercare di arricchirsi nel breve e medio termine.

In ogni caso la fama di profeta e "guru 2.0" di Sterling danno un certo peso alle sue parole, che senz'altro meritano una certa attenzione. Come quando parla di "cyber guerra", affermando che "Siamo già in guerra, effettivamente - ha sottolineato Sterling -. Può sembrare una parola grossa, considerare 'attacco bellico' una semplice intrusione dentro un computer […] Ma non dimentichiamo che i pc sono stati inventati durante la Seconda guerra mondiale, quando i militari avevano la necessità di decodificare i codici nemici. E che dire del blog del presidente russo solo poche settimane fa hackerato e messo fuori uso da nemici di cui non si scoprirà mai l'identita'? O dei continui attacchi informatici degli hacker cinesi, che tutti ben conoscono e che nessuno affronta con decisione?".

Sì è vero, considerare guerra un'intrusione informatica può suonare strano ai più, oggi. Una stranezza a cui però dovremmo abituarci, nella speranza che le guerre digitali siano meno sanguinarie di quelle che abbiamo visto fino ad ora.

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