04/05/2015 di Redazione

Facebook piega gli editori: news pubblicate soltanto sul social

Secondo il Wall Street Journal, la società sarebbe pronta a lanciare “Instant Articles”, funzione che permetterebbe agli utenti di leggere notizie senza aprire pagine esterne. In cambio, i proprietari dei contenuti potrebbero trattenere anche tutte le ent

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L’avvento di maggio potrebbe aver segnato anche un sostanzioso cambiamento nelle modalità di fruizione delle notizie online. Secondo un’indiscrezione riportata dal Wall Street Journal, citando fonti interne a Facebook, la creatura di Zuckerberg avrebbe ormai ultimato la nuova funzione “Instant Articles”, che permetterebbe agli utenti di leggere le news condivise da altri media sul social network blu. La materia non è nuova, in quanto già a marzo sembravano pronti gli accordi tra Facebook e diverse testate, tra cui New York Times e National Geographic, per evitare che le persone interessate alle notizie dovessero abbandonare il proprio account per consultare i contenuti. Ancora oggi, infatti, per leggere una news è necessario fare click sul link pubblicato dai profili social di quotidiani e riviste e “passare” poi in esterna per approdare alla pagina Web di destinazione. Un meccanismo che, quando la connessione sui dispositivi mobili è scarsa, può risultare lento e frustrante. Secondo Facebook, servono in media otto secondi per consultare una notizia.

Al contrario, la funzione “Instant Articles” permetterebbe agli utenti di evitare il click sui link e di leggere i contenuti rimanendo sul social network. Velocizzando il processo e permettendo ovviamente all’azienda di Zuckerberg di non perdere traffico. Cosa che succederebbe invece ai siti degli editori, che dovrebbero assistere impotenti alla diminuzione degli accessi e, di conseguenza, anche alla possibilità di monetizzare i link. A marzo, quindi, la guerra sembrava essere stata sostituita da più morbide trattative commerciali, con gli editori pronti a sedersi a un tavolo per salvare il salvabile, facendo buon viso a cattivo gioco.

Le trattative sembrano essere progredite in modo davvero spedito, se è vero che la nuova funzione di Facebook dovrebbe essere implementata a giorni. Cosa ha convinto così celermente le grandi testate online? Secondo il Wall Street Journal, ovviamente, la questione economica. La “gola profonda” del social network ha infatti dichiarato che gli editori potranno trattenere in certi casi anche tutte le entrate provenienti dagli annunci pubblicitari, con un deciso cambiamento nelle politiche della società di Palo Alto.

Uno dei modelli presi attualmente in considerazione, infatti, prevedrebbe una cessione totale del fatturato generato dalle pubblicità vendute direttamente dai media sui siti di news legati a Facebook. Nel caso in cui, invece, fosse il social network a vendere l’inserzione, agli editori andrebbe il settanta per cento. La parte rimanente finirebbe direttamente nelle casse dell’azienda diretta da Zuckerberg. Che, ovviamente, potrebbe comunque trattenere sui suoi siti più utenti per un tempo maggiore. Il social network sarebbe pronto a cedere una parte di “sovranità monetaria” per tenersi ben stretto gli utenti. E, secondo alcuni, il vero obiettivo sarebbe proprio questo.

La guerra pubblicitaria si sposterebbe inevitabilmente anche sulle tecnologie utilizzate, sia per calcolare le entrate che per profilare gli iscritti. Ma l’idea di fondo di Facebook sarebbe anche quella di spingere sui suoi prodotti di monetizzazione, come Atlas e LiveRail, togliendo quote allo strapotere di altre piattaforme: AdWords di Google su tutte. Osservatori ed editori più cauti, però, temono che consegnarsi mani e piedi a Facebook possa implicare poi altre questioni, come la libertà d’informazione.

 

LiveRail è una delle piattaforme di monetizzazione utilizzate da Facebook

 

Tralasciando infatti le discussioni su fatturato e coinvolgimento degli utenti, cosa potrebbe succedere se il social network decidesse, tramite i suoi algoritmi, di nascondere alcune notizie “scomode”? Oppure, semplicemente, di spostarle in fondo ai News Feed che ogni giorno popolano i profili di milioni di persone? Ai lettori l’ardua sentenza.

 

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