02/07/2015 di Redazione

Facebook potenzia il Web con i raggi laser provenienti dal cielo

Mark Zuckerberg ha annunciato le prime sperimentazioni per portare l’accesso alla rete nelle zone remote del mondo utilizzando i fasci luminosi. “Garantiscono una larghezza di banda pari alla fibra ottica”, spiegano dal social network. Ma i problemi sono

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Droni, palloni aerostatici, satelliti e via discorrendo. Le big del mondo informatico stanno facendo a gara per studiare i progetti più originali per portare l’accesso alla rete nelle zone più povere o remote del mondo. Facebook, una delle realtà più attive in questo senso con la sua iniziativa Internet.org, ha annunciato ieri – ovviamente via post, firmato Mark Zuckerberg – l’ultima idea proveniente dalla propria fucina: utilizzare il laser per garantire una connessione ad alta velocità anche sulle lunghe distanze. Il Connectivity Lab dell’azienda sta infatti sviluppando un sistema capace di trasmettere i dati nelle comunità sparse per il mondo, prelevandoli direttamente dal cielo. I raggi laser sfruttati nelle comunicazioni ottiche in spazio libero (Fso, free-space optical communication) garantiscono una notevole larghezza di banda, paragonabile a quella della fibra ottica.

Purtroppo, questi sistemi presentano anche qualche svantaggio. Il principale, descritto da Facebook in un documento disponibile online, è il seguente: per riuscire a trasportare dati in modo efficiente, i raggi laser non devono incontrare ostacoli lungo il proprio cammino. E non si parla soltanto di impedimenti fisici. Condizione metereologiche avverse o cielo coperto vanificano il potenziale della tecnologia. Inoltre, un limite ulteriore è dato proprio dalle ridotte dimensioni di questi fasci di luce invisibili.

Le ottiche laser sono molto difficili da orientare in modo corretto e, quindi, vanno puntate con estrema precisione. Come sottolineato nel documento prodotto da Facebook, il livello di accuratezza richiesto equivale a colpire una monetina da dieci miglia di distanza, oppure la Statua della Libertà dalla California. Superare questi problemi significherebbe realizzare sistemi efficienti e molto più economici.

 

Un sistema laser mostrato da Facebook. I raggi sono stati colorati artificialmente, perché invisibili

 

Ma il social network blu ha nel cassetto altre idee. Già prima delle ultime notizie sui fasci luminosi, aveva annunciato la realizzazione dei primi droni a energia solare per la diffusione del Web. Si chiamano Aquila e sono enormi aerei senza pilota, con un’apertura alare pari a quella di un Boeing 747 e una lunghezza di 24 metri. Malgrado le dimensioni, però, pesano soltanto come quattro pneumatici di automobile. La leggerezza è fondamentale per garantire il funzionamento con le celle solari. Facebook ha intenzione di effettuare i primi test già durante questa estate. Chi arriverà prima a destinazione? I droni o i raggi laser?

 

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