18/02/2015 di Redazione

Facebook si tuffa nella realtà virtuale: condivideremo esperienze?

Chris Cox, chief product officer dell’azienda, ha confermato che il social network svilupperà applicazioni di realtà aumentata, per usi personali e commerciali. In futuro si potranno condividere ambienti, attività ed esperienze in tempo reale. Alla base d

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Che cosa c’entra la realtà virtuale, sogno degli anni Novanta poi tornato fugacemente in auge con Second Life, con il Web 2.0 di Facebook, che ha invece portato la vita “reale”, con tanto di anagrafiche, dentro alla Rete? C’entra, se solo ci ricordiamo dei 2 miliardi di dollari spesi lo scorso anno dall’azienda di Mark Zuckerberg per acquistare Oculus, e se pensiamo alla rinascita del concetto di virtual reality come augmented reality. Facebook, ora, sta valutando un ulteriore passo: lo sviluppo di applicazioni di realtà virtuale. Lo ha detto, sintenticamente, il chief product officer della società, Chris Cox, durante una conferenza stampa.

“Siamo al lavoro su applicazioni di realtà virtuale”, ha dichiarato Cox, descrivendo un futuro scenario in cui indossando visori (come quelli di Oculus) l’utente potrà condividere il proprio “ambiente” con i suoi contatti, porprio come ora si condividono status, commenti e contenuti. Secondo il chief product officer, questo diventerà un metodo diffuso di comunicazione e condivisione, popolare fra utenti comuni e celebrità (“Voi lo farete, Beyoncé lo farà”), ma certo non in tempi brevi.

Se questa è la strategia di lungo periodo – l’allargamento di Facebook alla “terza dimensione”, ancorché virtuale, e l’allargamento dei tempi e delle possibilità di utilizzo – il primo tassello sembra essere stato proprio l’acquisizione di Oculus. Ricordiamo che i diversi prodotti di questa azienda, come il visore Rift o il Gear VR sviluppato per Samsung, creano esperienze di realtà virtuale immersive e in 3D, con vista a 360 gradi.

 

 

All’indomani dell’acquisto, nel marzo dello scorso anno, dal suo profilo ufficiale Mark Zuckerberg esplicitava le intenzioni della sua azienda: portare la realtà immersiva dei visori innanzitutto nelle applicazioni di gaming (su cui Oculus già era al lavoro) e poi farla diventare “una piattaforma per molte altre esperienze”.

“Immaginate”, scriveva Zuckerberg, “di assistere a una partita da bordo campo oppure di seguire una lezione insieme a studenti e insegnanti collegati da tutto il mondo, oppure di ricevere un consulto medico faccia a faccia, da casa vostra e semplicemente indossando degli occhiali”. Dall’intrattenimento, sportivo e non, all’education, al gaming, alle cure mediche: le possibilità all’orizzonte sono disparate. Sul “quando”, né Zuckerberg né Cox hanno saputo o voluto rispondere. Per ora dovrà bastare l’immaginazione.
 

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