19/09/2016 di Redazione

Gartner pessimista, Intel ottimista: dove andrà il mercato dei Pc?

Il chip-maker californiano ha rivisto al rialzo, da 14,9 a 15,6 miliardi di dollari, le stime di fatturato del prossimi trimestre, attribuendo il merito in parte alla ripresa della domanda di personal computer. Gartner, però, continua a prevedere numeri i

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Se non fosse per scaramantica cautela, si potrebbe dire che per il mercato dei Pc finalmente il momento tanto atteso è giunto: la domanda è ripartita, e così le vendite.  Così si spiega, almeno in parte, la correzione al rialzo delle stime di fatturato trimestrale annunciata da Intel. Invece dei 14,9 miliardi di dollari precedentemente ipotizzati per il terzo trimestre dell’anno fiscale 2016, Intel ritiene ora di poter raggiungere i 15,6 miliardi, con un margine di errore per eccesso o difetto di 300 milioni di dollari. Senza essere né troppo ottimisti né pessimisti, questo significa 700 milioni di dollari in più rispetto a quanto ipotizzato in un primo momento.

“L’incremento di fatturato”, si legge nella nota diffusa dall’ufficio stampa, “è dovuto principalmente ai rifornimenti di Pc nei magazzini della supply chain. L’azienda sta inoltre osservando alcuni segnali di miglioramento della domanda di Pc”. Nessuna inversione di tendenza eclatante, dunque, ma una ripresa timida che è comunque una buona notizia di questi tempi. Eppure una bella “strigliata d’orecchi” per i produttori di personal computer è appena giunta da Gartner: secondo la società di ricerca, i numeri della base installata continueranno a calare almeno fino al 2019.

 

 

Il conteggio sembra non tenere conto della sempre più ampia offerta di dispositivi ibridi e convertibili, che sconfinano nel segmento dei tablet, e da cui Intel trae parte del suo business. Nondimeno, il monito di Gartner è netto: gli Oem devono cambiare il loro modo di proporsi. “Il modello di business del mercato dei Pc, così come lo conosciamo tradizionalmente, si è guastato”, ha scritto Tracy Tsai, research vice president di Gartner. “I primi cinque vendor hanno guadagnato l’11% di market share negli ultimi cinque anni, salendo dal 65% del 2011 al 76% della prima metà del 2016”. Ma i top vendor hanno pagato caro questo progresso, con un’erosione del profitto.

La tendenza proseguirà, secondo l’analista. “Questo non significa che il mercato del Pc sia finito”, ha precisato Tsai, “ma la base installata continuerà a scendere nei prossimi cinque anni, con una ininterrotta erosione dei fatturati e dei profitti dei vendor”. Competere con la concorrenza facendo unicamente leva sul prezzo, inoltre, non sarà più una strategia efficace. I cicli di ricambio dei vecchi modelli, infatti, continueranno ad allungarsi e un costo appetibile non basterà più a stimolare gli acquisti, mentre “una customer experience nuova e migliore sarà l’unico elemento di vera differenziazione”.

Poiché gli Oem di personal computer sono il principale veicolo di buona parte dei frutti di Intel – i processori per Pc –, ecco che le sorti della società di Santa Clara saranno legate anche alle considerazioni fatte da Gartner. Ma anche a quelle di Idc: nel suo ultimo report, la società ha descritto un mercato “in lento cammino verso la stabilità” e destinato a osservare una “crescita, anche se minima” nel 2018. Per quest’anno, invece, ci si potrà attendere una contrazione del 7,6% rispetto ai volumi di vendita del 2015, e nel 2017 si scenderà ancora di un ulteriore 2,1%.

 

 

L’ottimismo di Intel sembra dunque mal conciliarsi con lo sguardo di medio periodo delle due principali società di analisi del settore. Per ora, al chip-maker non va negato un sorriso di fronte alla correzione al rialzo delle stime di fatturato. Né di fronte alla notizia della “conquista” di Apple: secondo la redazione di Chipworks, che ha letteralmente smontato alcuni iPhone 7 e 7 Plus, ci sarebbero componenti di Intel all’interno dei nuovi melafonini. Come noto, l’azienda di Cupertino ha impiegato i propri processori A10, ma anche – secondo l’analisi “hands on” – modem e altri componenti di connettività di Intel. Fra le unità prodotte, altre potrebbero invece adoperare tecnologia di Qualcomm.

 

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