08/04/2016 di Redazione

Gartner: più servizi, meno hardware nei budget aziendali

Il valore mondiale del mercato Ict secondo le stime della società di ricerca quest’anno calerà dello 0,5%, attestandosi intorno ai 3.492 miliardi di dollari. Continuerà a ridursi la spesa in dispositivi e servizi di comunicazione, mentre aumenteranno gli

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Le aziende non possono rinunciare all’innovazione, ma si fanno i conti in tasca per capire come spendere meglio e come razionalizzare al massimo gli investimenti. È il succo dell’ultimo studio pubblicato da Gartner, sui cui numeri ne svetta uno: lo 0,5% di calo previsto per la spesa mondiale in Ict nel 2016. Si arriverà, se le previsioni sono giuste, a circa 3.492 miliardi di dollari, un po’ meno dei 3.509 dello scorso anno, con un ribasso che incredibilmente, fa apparire come una vittoria il pur modesto 1,5% di crescita (nel 2016 versus 2015) stimato da Assinform e NetConsulting per il mercato Ict in Italia. “Una corrente sotterranea di incertezza economica sta spingendo le aziende a stringere la cinghia”, ha commentato l’analista di Gartner John-David Lovelock, “e la spesa in information technology è una delle vittime”.

Allo stesso tempo, la necessità di investire in tecnologia è più pressante che mai. “I dirigenti sanno che le loro aziende devono diventare digitali, a meno di non rivelarsi irrilevanti in un mondo digitalizzato”, ha sottolineato Lovelock. “Affinché questo accada, si stanno impegnando in una difficile opera di ottimizzazione dei costi in alcune aree, così da poter sostenere il digital business in altre”.

E infatti il -0,5% cumulativo previsto per il 2016 racchiude tendenze opposte: si spenderà meno, in generale, ma si spenderà di più in servizi e in prodotti strategici per la trasformazione. Il calo sarà dovuto in buona parte a un taglio degli acquisti di dispositivi hardware, come personal computer, smartphone, tablet e stampanti: il valore del mercato scenderà del 3,7%, secondo Gartner, a 626 miliardi di dollari. Nel 2015 la discesa era stata più ripida, essendosi registrato un -6,4% rispetto al 2014.

La tendenza quest’anno è negativa anche per i servizi di telecomunicazione, il cui giro d’affari si contrarrà di due punti percentuali (dopo il crollo di 8,4 punti dello scorso anno) arrivando a 1.441 miliardi di dollari. In questo caso, a differenza della situazione dell’hardware, il numero va letto non tanto come una minore propensione all’acquisto bensì come effetto del continuo calo di tariffe di Internet e telefonia. Il rallentamento di tre grandi econonomie quali Russia, Brasile e Cina, inoltre, è da annoverare fra le cause.

 

 

La risalita di data center, software e servizi
In positivo, al contrario, sono le altre tre voci di spesa, che sono tutte – in parte – il riflesso dell’ascesa del cloud computing. Il +2,1% dei prodotti per i data center, dunque di server, appliance, switch, apparati di rete, Ups e altro ancora, il cui giro d’affari salirà a 175 miliardi di dollari. A detta di Gartner, molte aziende hanno già provveduto ad aggiornare i propri data center già lo scorso anno (quando l’incremento di spesa era stato del 2,9%), specie per quando riguarda il rinnovo dei mainframe, e dunque la crescita sta un po’ rallentando, restando comunque dinamica per il sotto-segmento degli apparati di networking.

Ottime notizie per il software destinato alle aziende: tornerà a crescere bene (+4,2%) raggiungendo i 321 miliardi di dollari di valore, dopo il calo dell’1,9% registrato lo scorso anno. Non manca una piccola magagna, che tocca da vicino Microsoft. Gartner si aspetta ulteriori ritardi nel processo di adozione su larga scala di Windows 10 e Windows Server 2016, problema che riguarda comunque in modo spiccato alcune regioni geografiche, come l’America Latina.

Archiviato il -4,7% dello scorso anno, nel 2016 i servizi It torneranno a crescere del 2,1%, con una stima di 929 miliardi di dollari di valore. Il merito, secondo Gartner, va in parte ad alcune economie in ripresa, come Giappone e India. Ma c’è soprattutto una più generale trasformazione, trasversale alle geografie, e slegata da considerazioni macroeconomiche.

“Ciò che un tempo doveva essere acquistato come bene fisico ora lo si può ottenere sotto forma di servizio”, ha spiegato Lovelock, usando l’esperessione “digital service twin” per indicare come per quasi tutte le soluzioni It oggi esistano delle alternative “gemelle” di quelle tradizionali. Non fatte di hardware, ma di servizi (spesso fruiti tramite cloud). E questo, ha concluso l’analista, “modifica l’andamento della spesa, con piccoli pagamenti mensili al posto di un grande investimento inziale”.

 

 

 

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