20/02/2016 di Redazione

Gli ebook si sfogliano come un libro con lo schermo flessibile di Lg

Un pannello flessibile di Lg Display è stato utilizzato da un gruppo di ricercatori universitari canadesi per confezionare ReFlex: un prototipo che permette di sfogliare un ebook mimando i gesti tradizionali della lettura. Ma anche di giocare a Angry Bird

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Sfogliare uno smartphone come se fosse un libro adesso è davvero possibile. Il primo dispositivo con schermo touch elastico e pieghevole, battezzato ReFlex, è stato realizzato da Human Media Lab, un gruppo di ricercatori dell’università canadese di Queen. Si tratta ancora di un prototipo basato su sistema operativo Android 4.4, che utilizza alcuni particolari sensori di movimento e un pannello da 6 pollici (con 1.280x720 pixel di risoluzione) di Lg Display. La stessa azienda che, per l’azienda “sorella” appartenente alla medesima holding industriale, ha contribuito a creare il primo telefono con schermo curvo, l’Lg G Flex.

ReFlex è però qualcosa di diverso e ulteriore: impugnandolo con due mani e posizionandolo in orizzontale l’oggetto si tende e si curva verso il basso, come un libro cartaceo, consentendo di sfogliare le pagine di un ebook con una sensazione davvero realistica. Se si spinge verso il basso l’estremità desta del display, per esempio, le pagine scorreranno da destra a sinistra così come farebbero quelle di un romanzo o di un fumetto stampato su carta. Altro elemento di realismo è la reattività ai diversi gradi di forza impressa: più si piega lo schermo, più le pagine dell’ebook si sfogliano velocemente. Per girarne una sola, insomma, basta un gesto veloce.

Le applicazioni per la lettura sono il primo esempio messo in pratica, ma il gesto di piegare lo schermo può fungere da input anche in applicazioni di videogioco, come Angry Birds. Oltre a introdurre un diverso tipo di interazione tattile (più “materiale” del semplice tocco sullo schermo e anche delle gesture), l’innovazione di ReFlex lascia pensare anche a futuri dispositivi mobili più resistenti a urti e cadute.

Ma ci vorrà tempo prima di tradurre questo e futuri prototipi in oggetti commerciabili: a detta dei ricercatori dello Human Media Lab, all’incirca cinque anni. Non è escluso, ovviamente, che con i potenzi mezzi (anche economici) dei grandi produttori hardware i tempi possano ridursi notevolmente.

 

 

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