19/03/2019 di Redazione

Gli smartphone portano in alto Xiaomi, anche fuori dalla Cina

Nell’anno fiscale 2018 la società ha aumentato di quasi il 30% le vendite di telefoni e più raddoppiato il proprio giro d’affari internazionale. Ora si punta su intelligenza artificiale e IoT.

immagine.jpg

Xiaomi si gode il fortunato momento e allarga gli orizzonti. Nell’esercizio fiscale 2018 l’azienda ha ottenuto un incremento di fatturato del 52,6% in sul 2017, ma considerando i soli ricavi generati fuori dalla Cina la crescita è del 118%, ovvero più che un raddoppio. Cavalcando la stessa onda di Huawei, anche Xiaomi è uscita con successo dai confini nazionali con una proposta di smartphone dall’imbattibile rapporto qualità/prezzo, per poi ampliare sempre più l’offerta con modelli premium, credibili concorrenti dei marchi più blasonati. Fondata nel 2010, Xiaomi include però in portfolio non solo telefoni ma anche televisori, bracciali fitness, droni, sistemi audio, webcam, scooter elettrici, bilance smart e purificatori d’aria.

Nell’anno fiscale concluso al 31 dicembre i ricavi si sono avvicinati ai 174,9 miliardi di Rmb (poco meno di 23 miliardi di euro), il 40% dei quali derivati dalle vendite internazionali. Il profitto netto si è aggirato intorno ai 13,48 miliardi di renminbi (1,77 miliardi di euro), con una crescita del 59,5% rispetto al 2017.

Il merito, a detta del fondatore, presidente e amministratore delegato Lei Jun, spetta al  modello di business da “triathlon” di Xiaomi, incentrato sugli smartphone, sugli elettrodomestici e sui dispositivi connessi Internet of Things. Per quanto riguarda i telefoni, la strategia seguita è stata quella di differenziare l’offerta attraverso più di un marchio, di aumentare le alleanze nella distribuzione e di sviluppare nuove capacità di intelligenza artificiale. E nel 2018, a dispetto del rallentamento del mercato, l’azienda è riuscita a distribuire 118,7 milioni di smartphone, quasi il 30% in più rispetto al 2017.

Nel gennaio di quest’anno, poi, in aggiunta a tutto questo la società ha annunciato una nuova strategia riassunta nella sigla AIoT, cioè “Artificial Intelligence of Things”, concetto che applica l’AI trasversalmente agli smartphone e ad altri dispositivi connessi. “Con i prossimi sviluppi del 5G”, ha dichiarato Lei Jun, “crediamo ci saranno ulteriori opportunità a disposizione dell’AIoT in futuro. Stimiamo di investire oltre 10 miliardi di renminbi per lo sviluppo dell’AIoT nei prossimi cinque anni per cogliere questa entusiasmante opportunità”.

 

ARTICOLI CORRELATI