28/08/2018 di Redazione

Globalfoundries dice addio ai 7 nanometri e Amd cambia partner

La fonderia californiana, controllata dal fondo governativo di Abu Dhabi, si concentrerà sul ritorno a breve termine consolidando gli importanti business già in essere. Il chip maker di Santa Clara si rivolgerà d’ora in poi a Tsmc per i propri nuovi prodo

immagine.jpg

Terremoto nel mondo del silicio. Globalfoundries, una delle più grandi “fabbriche” di chip del mondo, ha annunciato che abbandonerà per un tempo indeterminato lo sviluppo di processori a 7 nanometri Finfet, con l’obiettivo di concentrarsi su altri progetti. Il nuovo piano strategico, ideato e concretizzato dal nuovo Ceo Tom Caulfield, porterà inevitabilmente anche a una ristrutturazione interna e al taglio di posti di lavoro. L’azienda con sede a Milpitas, in California, ma controllata da un fondo governativo di Abu Dhabi e con impianti produttivi nello stato di New York, in Germania e a Singapore, punterà d’ora in poi soprattutto sui nodi a 14 e 12 nanometri Finfet. Senza però dimenticare altri progetti speciali come lo sviluppo dei chip Asic, per i quali la società californiana ha aperto un business indipendente.

Lo scossone di queste ore ha già avuto conseguenze dirette. Amd, la “madre” di Globalfoundries (il chip maker nacque infatti nel 2009 dalla divisione fondiaria della casa di Santa Clara), ha annunciato che si rivolgerà ora alla taiwanese Tsmc per la realizzazione dei propri processori a 7 nanometri e, forse, in futuro anche a Samsung. Amd ha comunque confermato i piani per i prossimi mesi del 2018 e per il 2019, grazie anche al preavviso datole dalla fonderia californiana e alla partnership già in essere con Tmsc.

Le due realtà collaborano da anni e Amd ha fatto produrre al gruppo taiwanese diverse schede grafiche Radeon, Vega e processori Epyc della famiglia Rome. Globalfoundries, comunque, continuerà a realizzare diverse soluzioni della casa di Santa Clara, fra cui le Gpu Vega e Polaris, oltre alle Cpu basate sulle architetture Zen e Zen+. Infatti, come ci tiene a sottolineare Caulfield, la decisione di abbandonare i 7 nanometri non deriva da difficoltà tecniche, né da problemi economici.

“Vogliamo essere rilevanti per il nostro settore”, ha spiegato il Ceo. “Continueremo a investire in modo importante, oltre un miliardo di dollari all’anno, ma lo faremo nelle aree dove siamo sicuri di ottenere un ritorno nel breve termine”. Nel frattempo, a gongolare è sicuramente Tsmc, che già l’anno scorso controllava il 52 per cento del mercato (dati Ic Insights) e che proviene da ben otto anni di crescita del fatturato.

 

ARTICOLI CORRELATI