17/03/2017 di Redazione

Gmail ottiene lo streaming video, Google comprime le foto

Nei prossimi giorni sarà possibile vedere le anteprime dei filmati allegati direttamente nell’applicazione di posta elettronica di Big G, senza scaricare i file. Big G ha inoltre pubblicato un nuovo algoritmo open source, chiamato Guetzli, per ridurre del

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Cambiamenti in arrivo da Google sul fronte video e foto. Nel primo caso, grazie a un aggiornamento, si potranno vedere in anteprima i filmati di piccole dimensioni allegati con Gmail. Sfruttando la stessa architettura di Youtube e Drive, Big G è riuscita a implementare un sistema di streaming video interno all’applicazione di posta elettronica. Invece di scaricare completamente il file sul proprio dispositivo e poi riprodurlo, si potrà così fare play direttamente nel corpo della mail. Questo valeva già in precedenza per tutti i filmati dal peso superiore a 25 megabyte, in quanto Google li inviava direttamente a Drive invece che allegarli al messaggio di posta. Ma, ora, si potrà godere dello streaming via browser anche per i video più corti e leggeri. Il colosso di Mountain View ha spiegato che il rollout sarà graduale e dovrebbe raggiungere tutti gli utenti Gmail, che sono oltre un miliardo, nei prossimi 15 giorni.

Lato foto, invece, Big G ha pubblicato su Github la documentazione di un nuovo algoritmo open source in grado di ridurre fino al 35 per cento il peso dei file Jpeg, in modo da accelerare notevolmente il tempo di caricamento delle pagine Web. Riprendendo quanto già fatto con altre soluzioni in grado di alleggerire le immagini Png e gli archivi gzip, Google ha creato Guetzli (che significa biscotto in svizzero tedesco).

Senza introdurre quindi un nuovo formato, il gruppo californiano ha sviluppato un encoder che mantiene la compatibilità con i browser esistenti, oltre che con i programmi di elaborazione delle immagini e con lo standard Jpeg. Guetzli è infatti diverso da altri progetti avviati da Big G, come Webp: un altro formato open di compressione pubblicato inizialmente nel 2010, ma che necessità di browser compatibili per funzionare (oggi solo Chrome e Opera lo supportano).

 

Credits: Google. A sx l'immagine originale, a dx quella compressa con Guetzli

 

Secondo Google, la qualità dei nuovi Jpeg ottenuti dopo l’encoding è identica: questo perché l’algoritmo riesce a bilanciare tra la perdita minima di informazioni e le dimensioni del file, cercando rapidamente un modo per superare le differenze tra il formato Jpeg originale e quello di Guetzli dal punto di vista della percezione dell’occhio umano.

La tecnologia di Mountain View approssima meglio il colore e il visual masking in modo più accurato e dettagliato di quanto si possa ottenere con una semplice trasformazione dello spazio colore e con la trasformata discreta del coseno: due sistemi già oggi utilizzati negli algoritmi di compressione delle immagini. Il compromesso? Che la nuova soluzione di Google richiede tempi di elaborazione ancora abbastanza lunghi.

 

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