21/03/2019 di Redazione

Golden Power per il 5G, proposta leghista per difendersi dagli “stranieri”

La Lega da Palazzo Chigi propone di estendere al 5G le regole del "potere speciale" del governo a tutela di sicurezza e interessi nazionali. Nella proposta, le aziende e la PA dovranno notificare eventuali acquisti di tecnologie 5G non europee.

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Sulla questione 5G e Huawei, la Lega propone il Golden Power: l’estensione del controllo governativo agli acquisti di tecnologie per le reti di quinta generazione è la nuova trovata di Matteo Salvini. Una trovata con cui il leader della Lega e ministro dell’Interno potrebbe salvare capre e cavolo, cioè i favori di Donald Trump (notoriamente ostile a Huawei) e la convivenza con gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle (che invece non vogliono perdere opportunità commerciali con la Cina). Il Golden Power, cioè la regola che dal 2012 riconosce al governo dei “poteri speciali” esercitabili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, dal 2017 è stato esteso anche all’ambito ad “alta intensità tecnologica”. In sostanza, si riconosce all’esecutivo il diritto a valutare se alcune scelte compiute da società private (come la fornitura di tecnologie) rappresentino una “minaccia di grave pregiudizio” per la sicurezza e gli interessi dei cittadini.

Come riportato dal Corriere della Sera, in una nota diffusa dai leghisti a Palazzo Chigi si apprendere che “nelle ultime settimane il governo, condividendo la crescente preoccupazione in termini di cybersecurity da parte della comunità internazionale inclusi Usa, G7 e la stessa Commissione europea, ha lavorato all’ampliamento del Golden Power con particolare riferimento allo sviluppo della tecnologia 5G”. In sostanza, spiega Reuters, la proposta del partito di Matteo Salvini è quella di obbligare aziende private ed enti della Pubblica Amministrazione a notificare al governo gli eventuali acquisti di tecnologie 5G da fornitori non europei.

La notizia della volontà di estendere il Golden Power giunge a ridosso della tappa in Italia da cui il presidente cinese Xi Jinping comincerà, proprio oggi, il suo tour diplomatico in Europa. Al momento la proposta leghista non è ancora stata formalizzata né elaborata in un testo, ma è probabile che qualcosa di più definito emerga proprio dagli incontri in programma tra Sergio Mattarella e la delegazione cinese, che oltre al capo dello Stato include il ministro degli Esteri, il ministro per Commissione nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e rappresentanti del Partito Comunista Cinese.

Il piatto forte del vertice dovrebbe essere la firma (già preannunciata) del memorandum d'intesa sulla Nuova via della seta, l’iniziativa di sviluppo dei rapporti commerciali tra Cina ed Europa. I contratti di fornitura del 5G non sono specifico oggetto dell’iniziativa, ma è prevedibile che il tema delle nuove infrastrutture di rete mobile verrà anch’esso discusso.

 

 

 

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