• IL NOSTRO NETWORK:
  • Indigo Communication
  • Technopolis
  • ictBusiness.it
  • TAB Magazine
logo
logo
  • News
    • Hardware
    • Software
    • Servizi
    • Mercati
  • Focus
    • Applicazioni
    • Big Data
    • Business Intelligence
    • Cloud e Virtualizzazione
    • Data Center
    • Gestione Documentale
    • Mobility
    • Networking
    • Privacy
    • Resource Management
    • Sicurezza
    • Sistemi Operativi
    • Storage
  • Scenari
  • Storie di successo
  • Spunti di vista
  • Canale
  • Lavoro
    • Professioni
    • Carriere
    • Corsi
  • Eventi
  • Ti trovi in:
  • Home Page
  • News

Google chiede alla Corte Suprema di salvare l’innovazione da Oracle

La società di Mountain View ha richiesto al massimo tribunale statunitense di rivedere la sentenza che nel 2018 aveva dato ragione a Oracle in merito all’uso delle Api di Java in Android.

Pubblicato il 25 gennaio 2019 da Redazione

Google contro Oracle, Android contro Java (o meglio, contro una concezione “privatistica” di Java). Si torna ancora a discutere delle presunte violazioni di copyright che, secondo l’accusante, Big G avrebbe compiuto usando parti del linguaggio di programmazione per realizzare il proprio sistema operativo per smartphone. Dopo l’acquisizione di  Sun Microsystems, società autrice di Java, nel 2010, Oracle rivendicato diritti su Android, sentendosi scippata di parte di un proprietà intellettuale pagata profumatamente (l’operazione societaria era costata 7,4 miliardi di dollari).

Ne era nato un procedimento giudiziario, in cui l’azienda di Redwood pretendeva di ottenere 8,8 miliardi di dollari come meritata percentuale dei profitti di Android e 475 milioni come risarcimento danni per mancati ricavi di vendita di licenze. La sentenza di primo grado, nel 2016, aveva dato ragione a Google, per poi essere ribaltata nel 2018 dalla U.S. Court of Appeals del Circuito Federale.

E si arriva a oggi, cioè a ieri, giorno in cui Google si è formalmente rivolta alla Corte Suprema per chiedere di rivedere la decisione della corte d’appello. Limitare l’utilizzo di tecnologie come Java, ormai radicate ed endemiche, avrebbe un “impatto di vasta portata sull’innovazione in tutto il mercato dei computer” e bloccherebbe il processo d’innovazione dei software non solo di Big G ma dell’intero mercato.

La sentenza del 2018, insomma, potrebbe rappresentare un pericoloso precedente. Se la Corte Suprema non ribalterà il giudizio, scrive Ken Walker, senior vice president affari globali e chief legal officer di Google, per gli sviluppatori non sarà più possibile “usare liberamente le interfacce software esistenti per creare nuove generazioni di programmi. Così come tutti noi impariamo a usare le scorciatoie da tastiera, gli sviluppatori hanno imparato a usare molte interfacce standard associate ai diversi linguaggi di programmazione”. Nelle parole di Walker, con l’acquisizione di Sun Microsystems e la conseguente accusa a Google, Oracle starebbe tentando “trarre profitto, cambiando le regole dello sviluppo software” valide fino a quel momento.

Non la pensa così il rappresentante legale della controparte, Dorian Daley, secondo cui “fingendosi preoccupata per l’innovazione, Google nasconde il suo vero interesse: avere il permesso di copiare senza restrizioni il lavoro originale e prezioso di altri, ricavandone un guadagno sostanzioso”.

 
Tag: copyright, google, java, oracle, android, Api

COPYRIGHT

  • La Francia è orgogliosa: primo baluardo del copyright sul Web
  • Riforma del copyright, disco verde finale dal Consiglio Ue
  • Il nuovo copyright europeo è realtà: via libera dal Parlamento
  • Riforma europea del copyright, per Google si può fare di più
  • La riforma del copyright mette d’accordo (quasi) tutti i Paesi Ue

NEWS

  • SB Italia, con Agevole la trasformazione digitale riparte dall’Erp
  • Gli analisti svelano le previsioni tecnologiche per il 2020
  • Il digitale aiuta aziende e commercialisti nella compliance fiscale
  • Furti di password e “sbadataggine”, Chrome ci mette in guardia
  • Il Patch Tuesday di dicembre risolve uno zero-day di Windows
Seguici:
IctBroadcast

Tweets by ictBusinessIT

Eventi
Scopri Technopolis
Sfoglia la rivista digitale!
Viaggiatori più consapevoli, grazie ai dati e ai servizi digitali
La ricetta per innovare? Cogliere le opportunità del digitale
Top news
  • Più lette
  • Ultime pubblicate
Dati medici studiati dall’AI: il progetto di Google deve far paura?
Trend Micro protegge le fabbriche 4.0 con firewall e Ips ad hoc
La customer experience perfetta? Un webinar per imparare a crearla
I treni italiani viaggiano più sicuri grazie a software e sensori
Dati sanitari e privacy: Google indagata per il “progetto usignolo”
Microsoft inietta più intelligenza dentro Dynamics 365
Se la batteria dell’iPhone si scarica velocemente è colpa di iOS
Se la fabbrica è “smart” e connessa, l’economia ci guadagna
Analytics, il mercato in Italia non conosce crisi: +23% nel 2019
Il 5G viaggia velocemente, in tutti i sensi: parola di Qualcomm
Amazon sfida il Pentagono: un errore aver scelto il cloud di Microsoft
Pagamenti con carte poco sicuri in quasi due aziende su tre
Auto connesse in pista a Torino, per il driverless si deve aspettare
Attacchi tramite Internet Explorer e Office: serve la patch
Via libera a Huawei e Microsoft, sconto sui dazi possibile per Apple
E-commerce e sinergia con i partner strategici per Rs Components
Italiani attaccati agli smartphone, anche per gestire i loro soldi
L'esperienza del cliente è sempre più importante anche per l'IT
Pil e spesa Ict sono legati a doppio filo? Gli algoritmi rispondono
Emiliano Veronesi attuerà la strategia di Econocom in Italia
SB Italia, con Agevole la trasformazione digitale riparte dall’Erp
Gli analisti svelano le previsioni tecnologiche per il 2020
Il digitale aiuta aziende e commercialisti nella compliance fiscale
Furti di password e “sbadataggine”, Chrome ci mette in guardia
Il Patch Tuesday di dicembre risolve uno zero-day di Windows
Allegare messaggi ai messaggi: la nuova trovata di Gmail
La startup germogliano a Torino grazie a Microsoft e Ogr Tech
Con Intel Horse Ridge il quantum computing schiaccia l’acceleratore
Nuovi multifunzione a colori Ricoh, integrabili e sempre monitorati
Pechino vieta negli enti statali la tecnologia non “made in China”
Chi siamo
Contatti
Privacy
Informativa Cookie
News
Scenari
Spunti di vista
Focus
Lavoro
Eventi
Storie di Successo
Partners
Indigo Communication
Technopolis
TAB Magazine
ictbusiness logo
© 2019 Indigo Communication - P.iva 04275830968