29/03/2017 di Redazione

Google conquista la Cina con Translate e Word Lens

L'app per iOS e quella per Android del servizio di traduzione automatica sono ora disponibili anche in suolo cinese. Un passo importante, in un Paese in cui il 95% degli utenti online sceglie di preferenza lo smartphone.

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Google Translate in Cina è di nuovo un gradito ospite, almeno nella sua versione mobile. Inizialmente utilizzabile a intermittenza, dal 2014 con la chiusura di Google Play il servizio di traduzione automatica di Big G nella sua versione per Android e iOS era diventato inaccessibile nel Paese, a meno di ricorrere a una Vpn per aggirare le restrizioni volute dal governo. L'accesso Web non era stato formalmente interedetto, ma l'assenza dell'applicazione mobile per anni è risultata particolarmente penalizzante in un contesto in cui il 95% degli internauti (695 milioni sui 731 milioni di utenti complessivi, secondo i dati del China Internet Network Information Center) impiega preferibilmente lo smartphone per connettersi online.

 

Ora, a distanza di pochi giorni dall'aggiornamento alla release 5.8, la versione per iOS del servizio è comparsa nell'App Store cinese di Apple, mentre per chi possiede un dispositivo Android è possibile scaricare l'applicazione direttamente dai server della società californiana (essendo il Play Store ancora assente in suolo cinese). Per una platea fortemente orientata al mobile risulta particolarmente preziosa l'integrazione delle funzionalità di Word Lens, cioè della traduzione automatica delle immagini testuali inquadrate con la fotocamera dello smartphone.

 

Da Mountain View non sono giunti annunci ufficiali o spiegazioni che citino un'interruzione della censura, ma un portavoce si è limitato a dichiarare a TechCrunch che “Google Translate è disponibile in Cina da oltre otto anni. Oggi abbiamo migliorato la nostra app per gli utenti cinesi”. Sul blog dell'azienda è invece comparso un post in cui si afferma che “con l'aggiornamento odierno contiamo di migliorare l'esperienza di Translate per gli utenti cinesi, contribuendo ad abbattere le barriere linguistiche e a connettere le persone nel mondo”. Oltre a questo lodevole intento, non è azzardato pensare che a Google interessi avvicinarsi a un'audience tanto vasta e appetibil, in un mercato dominato dalla concorrente Baidu per quanto riguarda i motori di ricerca.

 

 

Da anni d'altra parte, e anche recentemente, circolano indiscrezioni su un possibile ritorno del Play Store nel Paese del Dragone. A febbraio il sito di The Information riferiva che, secondo "due persone a conoscenza dei fatti", Google fosse intenzionata a una collaborazione (in forma di joint-venture) con la società cinese NetEase, con lo scopo di riaprire il marketplace locale.

 

Di diversa natura, ma affine per geografia, è la notizia di qualche giorno fa relativa a Windows 10: la versione realizzata a quattro mani da Microsoft e dall'agenzia informatica del governo cinese, dopo un anno di lavoro, è pronta. I dipendenti pubblici e i funzionari di Stato potranno presto usarla, con la tranquillità garantita da misure di sicurezza e protezione dei dati aggiuntive.

 

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