01/03/2018 di Redazione

Google e Microsoft vogliono un'intelligenza artificiale “popolare”

Il sito Learn with Google AI mette a disposizione corsi di teoria e pratica, per esperti e principianti. Da Microsoft arrivano nuovi servizi al servizio della medicina, oltre che argomentazioni a difesa dell'intelligenza artificiale.

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L'intelligenza artificiale dev'essere per tutti: così la pensano Google e Microsoft, insieme ad esimi colleghi, come dimostrano le loro ultime dichiarazioni e iniziative. E un'Ai “per tutti” significa accessibile a chiunque (a patto di spenderci un po' di tempo e applicazione) ma anche a disposizione di tutti, al servizio del bene comune e individuale, utile per il business, per la scienza e per la medicina.

 

Un nuovo sito Web di e-learning è la fresca novità di Mountain View: Learn with Google AI è rivolto ai professionisti dell'informatica, ai data scientist, agli ingegneri sofware e agli sviluppatori, ma anche agli uomini del business, agli studenti e ai semplici curiosi che si avventurino per la prima volta nel mondo del machine learning. Qui si possono apprendere i concetti di base, ma anche applicare gli algortimi a casi d'uso vari, e si ha la possibilità di cercare contenuti in base al profilo della persona, al tipo di materiale (video, documentazione scritta, codici per il machine learning, corsi, tutorial) o allo stadio del proprio progetto incentrato sull'Ai (sviluppo dell'idea, raccolta dati, preparazione dati, costruzione, test o implementazione dei modelli di apprendimento artificiale). Un corso gratuito inclusivo di teoria e pratica, il Machine Learning Crash Course, ha già all'attivo più di 18mila dipendenti di Google iscritti, i quali lo stanno usando per progetti interni all'azienda: migliorare il funzionamento dei visori Daydream, aggiungere elementi di realtà virtuale a Google Earth, elevare la qualità dello streaming su YouTube. Rivolto anche ai novellini dell'Ai, il corso prevede una quindicina di ore di teoria e una quarantina di esercizi pratici.

 

 

 

Gli annunci di Microsoft riguardano un ambito di particolare interesse per le società tecnologiche di questi tempi, cioè la tecnologia al servizio della salute. Dopo aver creato un nuovo team di lavoro dedicato alla ricerca in campo medico, la società di Redmond ha ampliato o portato in disponibilità generale alcuni servizi di “medicina intelligente” già lanciati precedentemente. Olttre a strumenti di collaborazione per medici e ricercatori, basati su Microsoft Teams, e a framework per la realizzazione di applicazioni di settore, in regola con la sicurezza, una delle novità è a disponibilità generale di Microsoft Genomics. Si tratta di un servizio poggiato su Azure, che permette di sfruttare la capacità di calcolo del cloud per eseguire complicate analisi come quelle condotte da chi studia i segreti del Dna e delle malattie genetiche.

 

Le due iniziative descritte sono soltanto l'ennesimo esempio dell'impegno dei grandi vendor nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Dopo un recente studio che puntava il dito sui rischi insiti in un suo utilizzo a scopo cybercriminale o criminale, in una sessione di domande e risposte su Reddit tre rappresentanti di Microsoft, Google e Facebook hanno speso parole di elogio e di rassicurazione. Eric Horvitz, technical fellow e direttore dei Research Labs di Microsoft, ha smentito i popolari timori di un impatto negativo dell'AI sull'occupazione. “A mio parere molte attività saranno supportate, più che sostituite da un'automazione sofisticata”, ha detto Horvitz, facendo riferimento ad ambiti come l'arte, l'esplorazione scientifica, le attività manuali, l'insegnamento, i servizi sociali e assistenziali, la medicina e addirittura i lavori a stretto contatto con i bambini. L'intelligenza artificiale, nei sogni di Microsoft, sarà il fattore abilitante della futura “caring economy”.

 

Per Peter Norvig, direttore della ricerca di Google, nel valutare gli impatti dell'AI sul mondo del lavoro “ha più senso ragionare in termini di compiti da svolgere, e non di carriere”. Come già accaduto in passato (e Norvig ha citato l'esempio dei sistemi di pilotaggio degli aerei), la tecnologia cambierà le procedure e abilità richieste, impattando anche sulla domanda di lavoro associata a una professione, senza però distruggerla. Come sintetizzato da Yann LeCun, chief AI scientist di Facebook, “In generale, l'intelligenza artificiale non si sostituirà al lavoro umano, ma lo trasformerà. In definitiva, qualsiasi professione sarà resa più efficiente”.

 

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