26/09/2018 di Redazione

Google fa marcia indietro su Chrome, più privacy e controllo sui dati

Dalla versione 70, attesa in ottobre, il browser modificherà i meccanismi di login e sincronizzazione automatica dei dati di navigazione Web.

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Chrome ritorna sui suoi passi, verso una maggiore e più esplicita salvaguardia della privacy di chi naviga sul Web. Dalla release numero 70, la prossima, attesa per metà ottobre, si farà a meno di un meccanismo introdotto nella attuale ultima versione, la 69, quella con cui Google ha festeggiato il decimo anniversario del proprio browser. Un meccanismo che a molti non era piaciuto.

 

Normalmente, l'utente di Chrome può scegliere di sincronizzare dati di cronologia, cookie e preferenze, in modo che restino memorizzati anche quando il programma viene aperto su un altro dispositivo: per attivare questa possibilità è necessario eseguire l'accesso all'account Google (procedura è normalmente richiesta per usare servizi come Gmail e Drive). Le polemiche erano sbocciate quando alcuni esperti di crittografia e cybersicurezza si sono accorti che con l'aggiornamento 69 di Chrome qualcosa è cambiato: facendo un login nel profilo Google per usare un servizio della G-Suite, automaticamente scatta anche il login a Chrome.

 

Nessuno scandalo, in realtà. Questo meccanismo attiva la sincronizzazione dei dati Web tra un dispositivo e l'altro, determinando indubbi vantaggi di user experience personalizzata e utilità nel caso un medesimo Pc venga usato da più persone. Il problema, però, è che con l'aggiornamento 69 l'opzione risulta automaticamente attivata a dispetto delle precedenti preferenze impostate sul browser dall'utente. L'azienda di Mountain View aveva evitato di esplicitare il fatto ma va detto, in ogni caso, che il login in Chrome viene opportunamento segnalato da un'icona posta nell'angolo in alto a destra dello schermo e che è possibile disattivarlo.

 

 

 

In tempi di abbondanti polemiche sul trattamento dei dati, come sa bene Facebook, tutto questo è bastato per sguinzagliare malumori e spingere Google a fare marcia indietro. L'azienda ha annunciato che con la versione 70 saranno introdotti “alcuni cambiamenti” tesi a “offrire maggior controllo” sulla navigazione Web. Un'opzione permetterà di attivare e disattivare facilmente il collegamento tra il login ai servizi Google e il login a Chrome (dunque entrando nell'account di Gmail o di Drive non eseguirà più in automatico la registrazione nel browser), mentre la gestione dei cookie di autenticazione seguirà regole diverse. Nella versione 69, dati di username e password impiegati per un qualsiasi servizio vengono conservati dal browser in modo che il login risulti già eseguito a ogni visita successiva al sito Web del servizio, anche se i cookie generici di navigazione sono stati cancellati. Con Chrome 70, invece, i cookie di autenticazione verranno cancellati al pari di tutti gli altri.

 

A quanto pare, almeno nelle sue impostazioni di default Chrome virerà in direzione di una maggiore tutela della privacy. Una scelta coerente, se non cautelare: oggi Keith Enright, privacy officer di Google, sarà ascoltato dalla Commissione Commercio, scienze e trasporti del Senato statunitense (altre audizioni sono in programma per Apple, Amazon e altre società tecnologiche) proprio in merito alla privacy. Stando a un documento visionato da Reuters, Enright dichiarerà che “ammettiamo di aver commesso in passato degli errori da cui abbiamo imparato, migliorando il nostro solido programma sulla privacy”.

 

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