06/07/2015 di Redazione

Google Glass, la realtà aumentata è pronta a entrare in azienda?

Gli archivi della Federal Communications Commission (Fcc) contengono da qualche giorno una serie di documenti depositati da Big G su un dispositivo etichettato come A4R-Gg1. Gli osservatori non hanno dubbi: la sigla indica la nuova generazione di occhiali

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Nome in codice: A4R-Gg1. È questa l’etichetta apposta sulla documentazione depositata qualche giorno fa da Google presso gli uffici della Federal Communications Commission (Fcc) degli Stati Uniti, l’ente che si occupa dei diversi usi dello spettro radio e dei servizi di telecomunicazione non governativi. Ma cosa si cela dietro questa sigla? Il dibattito si è acceso fin da subito sui media americani e, dopo le prime speculazioni sul nuovo Chromecast, atteso entro la fine dell’anno, l’attenzione si è concentrata soprattutto su due lettere: “Gg”. Facendo due più due, si è arrivati a una probabile conclusione: “Google Glass”. Una versione che ha messo d’accordo molti osservatori. Spulciando gli archivi della Fcc, si può rintracciare la scheda legata al “misterioso” progetto e, scorrendo i documenti, si apprende che il dispositivo è dotato di modulo WiFi dual band 802.11a/b/g/n/ac, di Bluetooth Le, di una batteria non removibile, di una connessione Usb e di un caricabatterie.

Elementi che hanno fatto pensare a un indossabile e, dato che il progetto Google Glass non è ancora riuscito a farsi strada in modo convincente, l’A4R-Gg1 potrebbe benissimo essere una nuova versione degli occhiali per la realtà aumentata. Un modello, secondo alcuni siti d’informazione, dedicato esclusivamente al mondo dell’impresa e ribattezzato per questo motivo “Enterprise Edition”. È necessario ribadire che, al momento, si tratta di pure speculazioni, perché le immagini contenute nel file depositato presso la Fcc verranno rese pubbliche soltanto il prossimo 28 dicembre.

Dietrologie che trovano comunque fondamento. La realtà aumentata, come confermato anche da alcune società di analisi, ben si presta al mondo del lavoro e, in particolare, a settori come la logistica, il design, la medicina e l’educazione. Google sta spronando gli sviluppatori a contribuire alla creazione di versioni degli occhiali dedicate al mondo dell’industria e, con il programma Glass at Work, sta coinvolgendo numerose aziende in vari test sul campo.

Mentre i visori dedicati alla realtà virtuale sono ormai pronti per il lancio, con l’Oculus Rift che arriverà a inizio 2016, gli indossabili per le sensazioni aumentate sembrano essere in ritardo. La stessa Big G ha faticato in questi anni a conferire un’identità precisa agli occhiali, oscillando tra le versioni consumer e per il mondo del lavoro. Una strategia poco chiara, che ha portato anche a numerosi scossoni interni e cambi dentro il team di sviluppo del progetto. Di concreto, oltre agli annunci di inizio 2015 sulla fine della fase sperimentale, le cronache hanno al momento riportato una collaborazione tra Google e Luxottica sul design del dispositivo.

 

 

Il colosso italiano, per bocca dell’amministratore delegato Massimo Vian, si è detto convinto che la prossima generazione dei Glass sarà presto disponibile, grazie anche all’impulso fornito dall’azienda di Agordo. Luxottica sta infatti collaborando da circa un anno con Mountain View e il suo apporto si è finora riversato sul design di un accessorio che sta forse ancora scontando il suo essere troppo avanti coi tempi, in quanto fatica a trovare applicazioni concrete. Ma, se l’Enterprise Edition dovesse davvero vedere la luce in tempi brevi, allora probabilmente lo scenario muterà presto.

 

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