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Google, la crittografia corre veloce con Adiantum

L’azienda ha ideato un nuovo algoritmo crittografico per dispositivi Android con ridotta potenza di calcolo. L’obiettivo è fornire un’alternativa al noto protocollo Aes, che non può essere supportato dai chip Arm di fascia media e bassa.

Pubblicato il 08 febbraio 2019 da Redazione

Google pensa alla sicurezza dei dispositivi elettronici con poca potenza di calcolo. Big G ha svelato Adiantum, un nuovo standard crittografico che promette di essere più veloce delle tecnologie esistenti. E, soprattutto, di consumare meno risorse. L’algoritmo è stato sviluppato soprattutto per smartphone e tablet di fascia medio-bassa o più datati, che non dispongono di chip Arm dotati delle necessarie estensioni per gestire l’Advanced Encryption Standard (Aes), il protocollo più diffuso. Tutti i dispositivi più recenti non hanno problemi, in quanto supportano tranquillamente Aes per cifrare i dati presenti in memoria: una funzionalità resa obbligatoria per la maggior parte dei device dal 2015, vale a dire dal rilascio di Android 6.0. Ma, come sottolinea Google, il sistema operativo è pensato per essere eseguito su un gran numero di terminali, compresi orologi e televisori intelligenti.

Per offrire alternative a costo minore, i produttori utilizzano anche processori dalle specifiche inferiori, come per esempio i Cortex-A7, che non riescono a supportare in maniera sufficiente Aes. Su questi terminali l’applicazione di algoritmi crittografici è talmente lenta da impattare negativamente sull’esperienza utente. Infatti, Big G esclude dall’obbligo di cifratura tutti i dispositivi che non superano i 50 MiB/s di prestazioni in Aes.

Fino all’introduzione di Adiantum non c’erano alternative. Ma la nuova tecnologia elaborata dal colosso californiano promette di cambiare le carte in tavola. La novità si basa sul cifrario a flusso Chacha20, scritto dal matematico e informatico statunitense Daniel Julius Bernstein. Una soluzione già adottata in passato da Google per mettere in sicurezza le connessioni erogate su protocollo Https e ora “riadattata” anche per il mobile e per il mondo dell’Internet delle cose.

 

Fonte: Google

 

Adiantum sfrutta infatti Chacha20 in modalità length-preserving (che conserva la lunghezza di chiave, input e output), adattando alcune caratteristiche di Aes. Su chip Cortex-A7, il nuovo algoritmo è in grado di cifrare e decifrare settori di 4.096 byte (le dimensioni tipiche in cui sono organizzati i dati su disco) con una velocità di cinque volte maggiore rispetto allo standard più diffuso. Il documento scientifico in cui vengono spiegati i dettagli di Adiantum è disponibile a questa pagina.

 

Tag: google, android, mobile, software, crittografia, iot, Adiantum

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