18/03/2019 di Redazione

Google, quasi concluse le indagini della Ue su Adsense

Big G rischia un’altra multa dall’antitrust europeo: l’ammenda potrebbe arrivare già questa settimana. L’azienda potrebbe essere sanzionata fino a 13 miliardi di euro, ma la cifra secondo il Financial Times sarà sensibilmente inferiore. Sotto la lente di

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Non c’è due senza tre. Google, secondo quanto riportato dal Financial Times, rischia un’altra multa dalla Commissione europea per abuso di posizione dominante. A finire nel mirino della Ue, questa volta, è la piattaforma pubblicitaria Adsense. L’annuncio della commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, potrebbe arrivare già questa settimana. Il colosso californiano è sotto indagine dal 2016 con l’accusa di aver imposto restrizioni a realtà terze, limitando per alcuni siti la possibilità di visualizzare pubblicità dei concorrenti all’interno dei frame Adsense. Teoricamente, Bruxelles potrebbe decidere per una sanzione massima di 13 miliardi di euro, ma fonti anonime contattate dal Ft hanno sottolineato come l’ammenda sarà sensibilmente minore e inferiore anche a quelle comminate nei due casi precedenti.

Google ha infatti già ricevuto due multe salate dalla Commissione. La prima risale al 2017, quando la Ue condannò Big G a pagare 2,4 miliardi di euro per aver ostacolato le attività della concorrenza sul proprio servizio di comparazione prodotti per lo shopping online. Ma il record è stato registrato l’anno scorso e riguarda Android: secondo Bruxelles, che ha stabilito una sanzione da 4,3 miliardi di euro, l’azienda di Mountain View ha sfruttato il proprio sistema operativo per favorire le proprie applicazioni.

Pochi mesi fa Vestager aveva spiegato come la Commissione fosse ormai pronta a chiudere le indagini anche su Adsense: “Per anni Google è stato un grande innovatore, ma non possiamo permettere che una sola società tenga in mano tutte le nostre speranze future”, aveva commentato il commissario durante il Web Summit di Lisbona di novembre. “Dobbiamo garantire l’innovazione mantenendo aperti i mercati”.

Ma i riflettori accesi dall’Unione sulle attività del gigante a stelle e strisce non si fermano qui. Vestager ha infatti intenzione di indagare anche sui servizi per la ricerca di viaggi e di lavoro, oltre che sugli annunci locali. Inoltre, Bruxelles sta cercando di capire se le correzioni apportate da Big G ad Android e alla piattaforma di shopping (imposte dalla Ue insieme alle multe) sono sufficienti.

 

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