05/03/2019 di Redazione

Guerra-lampo sui brevetti, Qualcomm ed Apple si accusano

Si è aperto a San Diego un nuovo processo che dovrà valutare se Qualcomm meriti un risarcimento danni per brevetti usati senza pagamento di royalty. Ma Apple è passata al contrattacco, accusando la controparte di averle rubato un’idea.

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Sfida all’ultimo brevetto tra Apple e Qualcomm. Una guerra-lampo, che durerà otto giorni, è appena cominciata in un tribunale di San Diego, facendo parte però di uno scontro in corso da anni e che ha già fatto nascere una collezione di altri procedimenti giudiziari. Ora, nell’aula presieduta dal giudice distrettuale Dana Sabraw, lunedì si è chiuso il primo giorno di battaglia.

Ancora una volta in tribunale si scontrano le ragioni dell’iPhone e quelle dei modem per smartphone sul tema dei brevetti. Nell’ultima udienza l’avvocato di Qualcomm, David Nelson, ha detto di voler dimostrare che la Mela ha violato diversi brevetti “relativi alla gestione dell’alimentazione, alle connessioni e alle funzionalità della batteria su alcuni modelli di iPhone”. La società produttrice di semiconduttori punta a ottenere 1,4 miliardi di dollari di risarcimento danni per le violazioni di proprietà intellettuale subite, a suo dire, con modelli di melafonino venduti tra il 2017 e il 2018.  

D’altra parte Qualcomm mesi fa aveva già accusato l’azienda di doverle la stratosferica cifra di 7 miliardi di dollari di royalty arretrate, per l’uso di modem 3G e 4G su vari modelli di iPhone e iPad. Apple invece contesta al suo fornitore di aver praticato politiche commerciali scorrette (sovrapprezzi alle licenze e vincoli di uso esclusivo) sfruttando la propria posizione dominante e puntando a trasformarla in monopolio.

Va detto che  la US Trade Commission, in un altro procedimento, nel settembre del 2018 aveva giudicato la società di Tim Cook colpevole dell’infrazione di un brevetto relativo all’ottimizzazione dei consumi di batteria. La sentenza tuttavia non è definitiva e lagenzia governativa ha peraltro ritenuto di non dover bloccare le importazioni di iPhone negli Stati Uniti (di importazioni si tratta, essendo i telefoni assemblati in Asia).

 

Tornando al presente, secondo quanto riportato da Reuters, nelle carte del processo Apple ha dichiarato di non considerare le tecnologie contestate come brevetti validi, per i quali dunque si possa esigere una royalty. E fin qui nulla di nuovo, ma c’è dell’altro. Nel primo giorno di udienza i legali di Cupertino hanno sostenuto che sarebbe stata Qualcomm a rubare a Apple l’idea di una tecnologia da brevettare: un sistema di avvio dello smartphone senza uso di memoria flash, utile per non occupare risorse e per collegarsi più rapidamente a Internet. Peccato che ora quel sistema sia un brevetto di Qualcomm. Un ingegnere della Mela ne avrebbe parlato in una email inviata ai colleghi dell’altra azienda, i quali l’avrebbero sostanzialmente copiata e registrata all’ufficio brevetti.

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