11/06/2014 di Redazione

HP guarda al futuro con supercomputer e storage

Dall’annuale Discover di Las Vegas, l’azienda festeggia il 75esimo anno di vita annunciando nuovi prodotti e servizi tecnologici. Protagonisti sul palco due nuovi supercomputer, Apollo 8000 System e Apollo 6000 System, ma anche innovazioni software che pr

I fuochi d’artificio, nella prima giornata dell’HP Discover di Las Vegas, sono tutti per lui: Apollo. Questo il nome del nuovo supercomputer, declinato in due modelli (HP Apollo 8000 System, raffreddato ad acqua, e Apollo 6000 System, raffreddato ad aria), con cui Hewlett-Packard intende rimarcare il primato mondiale nel settore dell’high performance computing. E con cui, allo stesso tempo, vuol portare le possibilità di calcolo di questi sistemi “ad aziende di qualsiasi dimensione”. I prezzi non sono stati resi noti, mentre il concetto più volte rimarcato dai manager sul palco di Las Vegas è il salto in avanti in termini di performace: fino a quattro volte rispetto a sistemi analoghi, a fronte di un minor impiego di spazio e di energia. Apollo 6000 è in grado di usare fino 160 server per rack, mentre il modello 8000 si distingue per l’utilizzo di un sistema di raffreddamento ad acqua di cui HP detiene il brevetto.


La notizia investe direttamente solo una porzione di aziende per cui il supercalcolo è una necessità di business (o di ricerca), ma è significativa dal punto di vista della strategia di Hp: rimarcare, in ottica di continuità e progresso, la propria leadership nel mercato dell’High performance computing. E non è un caso che a questo annuncio sia stata riservata particolare enfasi (con tanto di effetti speciali, sul palco della sala stampa, a evocare il “lancio” di una missione spaziale – da cui il nome Apollo). 

“La domanda di applicazioni di High performance computing in diversi settori d’industria sta crescendo rapidamente”, ha dichiarato Antonio Neri, senior vice president e general manager della divisione Servers and Networking, “e gli attuali data center sono male equipaggiati per gestire gli spazi, la capacità di calcolo e le infrastrutture necessarie per eseguire processi di questo livello. Solamente HP possiede la proprietà intellettuale, l’offerta, i servizi e il supporto necessari a trasformare oggi il mercato del supercomputing, per accelerare il ritmo dell’innovazione di domani”.


Storage flash: in viaggio verso un mercato di massa
Più rilevanti nel concreto, almeno per le aziende medie e piccole e per il panorama nostrano, sono forse le novità presentate in ambito storage da David Scott, senior vice president e general manager della relativa divisione interna ad HP. “Finora l’utilizzo degli array all-flash”, ha esordito Scott, “è stato limitato dai costi troppo alti. D’altra parte l’approccio rappresentato dalle soluzioni ibride con auto-tiering fra storage flash e tradizionale presenta altri problemi legati ai tempi di risposta”.

Il punto di svolta per portare il flash al di fuori della nicchia di mercato in cui è attualmente, a detta di Hewlett-Packard, sono i miglioramenti introdotti nel sistema all-flash HP 3PAR StoreServ 7450 Storage array: ora più veloce, adatto alle esigenze di resiliency e di scalabilità di livello enterprise (anche per petabyte di dati) e proposto a costi definiti “accessibili”. “Siamo riusciti a portare il costo dello storage flash ad alte performance al di sotto dei 2 dollari per GB, e questa è un’importante pietra miliare”, ha sottolineato Scott.

Il nuovo storage array elabora oltre 900.000 Iops in meno di 7 ms. Il merito di questi miglioramenti sta nell’utilizzo di nuove tecnologie software di  Thin Deduplication e Thin Clones, che si affiancano a quelle già in uso nel precedente modello (fra cui l'adaptive sparing), nonché di un’innovazione hardware, cioè l’impiego di un’unità Ssd da quasi 1,3 petabyte (1,92) che risolve il problema dei costi e le limitazioni di scala delle precedenti soluzioni flash. Il risultato è un array migliorato del 20% sul fronte dell’efficienza, e che può utilizzare il 75% di risorse di archiviazione in meno a parità di operazioni. David Scott ha commentato senza mezzi termini: in campo storage il salto evolutivo è paragonabile a quello rappresentato, nel settore dei trasporti, “dal passaggio dai calessi alle automobili all’inizio del Novecento”.

Da Las Vegas, non sono mancati altri annunci in campo di backup, networking, servizi tecnologici e sicurezza. Ma l’attesa adesso è rivolta al keynote di Meg Whitman, programmato per il pomeriggio della seconda giornata. Finora le novità snocciolate sul palco hanno dipinto una Hp impegnata a mantenere il proprio ruolo di “partner It” delle aziende, di abilitatore per la transizione tecnologica verso il cloud, verso l'accesso ubiquo ai network e verso la necessità di gestire volumi sempre più ingenti di dati. Quel “nuovo stile dell’It” di cui Hewlett-Packard parla ormai da un paio di anni, e che oggi forse non è più così nuovo (sebbene in continua evoluzione) ma piuttosto è un imperativo da assecondare per non diventare obsoleti, dal punto di vista tecnologico e di business.

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