03/12/2014 di Redazione

Hp pensa al futuro: divisi, più forti, più veloci

Dal palco della convention annuale di Barcellona, Meg Whitman ribadisce la missione della sua azienda. Anche dopo la scissione in due società distinte, Hp continuerà a presentarsi come un alleato del business, sviluppando sempre più l’offerta di Big Data,

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“È tempo di costruire una nuova azienda. Insieme”. Ha un senso duplice lo slogan che campeggia sulla facciata della porzione della nuova Fiera di Barcellona, dove migliaia di clienti e partner (11mila i partecipanti accreditati) hanno osservato da vicino le novità annunciate sul palco del Discover 2014  e ascoltato le dichiarazioni dell’amministratore delegato, Meg Whitman. Le prime parole pronunciate dal Ceo hanno subito messo a fuoco le rinnovate ambizioni del gigante californiano nel porsi a vendor di riferimento per l’utenza aziendale. “Viviamo in un’era disruptive e non solo sotto l’aspetto tecnologico, nessuna azienda sopravvivrà se non si adeguerà al cambiamento dei modelli di business, dei modelli operativi, dei modelli organizzativi”.

Un vero e proprio proclama che nasce dalla convinzione di aver superato, a livello di società, il momento più difficile. “Dal 2012 a oggi", ha detto Whitman, "abbiamo ricostruito Hp e oggi siamo tornati e siamo tornati molto forti”. Un viaggio verso il futuro – il Ceo usa spesso nel corso della sua presentazione il termine “journey” – che ha conosciuto una tappa fondamentale con l’annuncio della divisione in due distinte società, Hewlett Packard Enterprise e Hp Inc. Quest’ultima si concentrerà sui prodotti hardware destinati al mondo consumer e a quello business, innanzitutto su Pc e stampanti (compresa la stampante 3D a tecnologia ink-jet Multifusion su cui la società sembra puntare parecchio).

E l’innovazione? Ovviamente non manca nel messaggio che la Whitman ha lanciato al Discover 2014. Ma non è tanto un’innovazione di prodotto, quanto di approccio. La Whitman ricorre al termine “velocità” per confermare come la società voglia essere oggi, più che mai, il punto di riferimento per le aziende che cercano nelle tecnologie informatiche (infrastrutture hardware e software, applicazioni, sicurezza, servizi) la strada maestra per generare new business.
Siamo nell’era delle informazioni “seamless” e della “content connectivity” (e quindi in ambienti in cui i dati girano e i contenuti vengono creati, distribuiti e condivisi senza soluzione di continuità) e in quest’ottica la Whitman ha parlato di opportunità più che di sfide da vincere.

 

 

Ne ha parlato dicendosi sicura che Hp abbia già abbracciato il nuovo modo di “fare It”, e rimarcando i noti benefici che le tecnologie possono portare in azienda: maggiore produttività, maggiore flessibilità a livello di processi, minori costi. La numero uno di Palo Alto ha citato vari esempi di applicazione dell’It di “nuova generazione” e ha citato il nome di Intel, quasi a identificare il produttore di Santa Clara come partner eletto (lato server, s’intende) per portare alla clientela enterprise il verbo del cloud e delle soluzioni per gestire i Big Data e le core application in modo sempre più integrato.

L’innovazione, ha spiegato la Whitman, si può fare e si deve fare soprattutto a livello di infrastruttura (software e hardware, con i servizi a fare da connettore ideale fra questi due mondi) sposando il concetto di “It moderna”, e cioè un’It che guarda ai nuovi modelli di business, che si fonda sul paradigma as-a-Service (e quindi sul cloud), che affronta il tema dell’analisi dei grandi dati con gli strumenti adeguati (la piattaforma Haven OnDemand nasce per questo) e che, in buona sostanza, riduce la complessità delle operation aziendali, avvicinando sempre di più le capacità della tecnologia alle logiche di business. Abbassando, o meglio ottimizzando, i costi dell’It.

Una sfida, quest’ultima, che si accompagna a un altro passo dovuto per le aziende e per i chief inforamtion officer in particolare, e cioè quello (ribadito sul palco da Mike Nefkens, Vp Enterprise Service) di portare in modo strutturato i workload nella nuvola. Per farlo ci vuole la giusta architettura (server, storage, networkin), su cui devono girare le giuste applicazioni (l’in-memory computing di Sap Hana o la virtualizzazione di VmWare, tanto per fare due esempi di partnership strategiche per Hp) e le giuste soluzioni di produttività, come per esempio il nuovo pacchetto di servizi dedicati a Office 365.

Soluzioni complete e integrate, dunque, e su questo assunto torniamo all’imput implicito dato alla platea di Discover 2014 da Meg Whitman: l’informatica di ieri non c’è più, serve migrare in fretta a un’It evoluta affidandosi a un’infrastruttura convergente, tarata e gestita su misura (questo il compito dei tool di Hp OneView) e rivolta ai nuovi paradigmi dell’It (il software defined data center). Solo così diventa possibile sfruttare le nuove dinamiche imposte dal mondo digitale, dai social media al Byod per arrivare all’Internet delle cose.

Hp assicura di aver cambiato pelle e imparato, anche sulla sua pelle, la “lezione” imposta dal mercato. Per continuare un viaggio iniziato in un garage della Silicon Valley nel lontanissimo 1939 e che oggi, parola del Ceo Meg Whitman, prende forza dallo spirito di quel luogo diventato un’icona per essere più innovativa che mai in un "garage" più grande, dove prendono posto due Hp e non più una sola.

Tra gli annunci snocciolati da Hp in occasione del Discover 2014 spicca il frutto di un accordo stretto con Microsoft, che permetterà alla casa di Palo Alto di commercializzare la suite Office 365 in bundle con i propri servizi di classe enterprise in un’unica soluzione integrata. Sul fronte Big Data, invece, la novità principale si chiama Haven OnDemand ed è un servizio di accesso cloud-based alle componenti chiave della piattaforma di analytics di Hp. Il servizio, che opera sul cloud proprietario Helion, è pensato per analizzare dati di qualsiasi tipo (di business, di sistema e informazioni non strutturate) e aprire il mondo dei Big Data anche agli sviluppatori per dare vita ad applicazioni di nuova generazione. Indirizzato anche alle aziende di medie dimensioni, è già stato scelto da Thomson Reuters, che ne ha usufruito per un recente evento hackathon.

 

 

Nel segmento server e storage arrivano comunque gli annunci di maggior peso. Il denominatore comune delle novità presentate a Barcellona è il concetto di software-defined infrastructure, strada maestra per ottimizzare le risorse It in funzione delle future variabili di business. I nuovo super server Integrity Superdome X è una macchina che nasce (al pari di della serie Integrity NonStop X) per facilitare il deployment dei workload mission-critical in ambienti basati su architetture x86. Le prerogative di questo server, che sfrutta processori Intel Xeon E7, secondo quanto dichiara Hp sono un'affidabilità venti volte superiore un downtime ridotto del 60% rispetto ad altre piattaforme x86, oltre a un total cost of ownership del 32% più basso rispetto alle piattaforme Unix concorrenti. Non meno rilevanti, nell’economia del rinnovato catalogo enterprise di Hp, anche i sistemi di archiviazione a tecnologia flash array 3PAR StoreServ 7440c e il pacchetto ConvergedSystems 700.

Da Antonio Neri, Vp e general manager dell’Enterprise Group, arriva la conferma di un work in progress che vede come interlocutori (per il Supergome X) anche alcune grandi aziende italiane, attive nel settore telco e in quello del manufacturing. Ma i Cio sono pronti a recepire questa nuova generazione di server e apparti di storage convergente, in termini di budget, competenze e ricettività dell’infrastruttura esistente? “C’è chi è pronto è pronto e chi non lo è", ha commentato Neri, "ma non è questione di competenze o disponibilità di budget. A spingere le aziende verso queste soluzioni sono le esigenze di workload e di scalabilità dell’infrastruttura per sostenere i più pesanti carichi di lavoro, per portare l’architettura ai livelli di flessibilità e ridondanza”.

C’è poi un’ulteriore novità attesa però non nell’immediato: The Machine, un’architettura hardware (già annunciata al Discover di Las Vegas dello scorso giugno) che unisce storage e computing utilizzando collegamenti ottici per la trasmissione dei dati e che richiederà lo sviluppo di un sistema operativo ad hoc. Inizierà a essere integrata sui primi server Moonshot nel 2016, ma va intesa – a detta dello stesso Antonio Neri – come un’innovazione di lungo periodo.

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