05/12/2017 di Redazione

Hpe si prepara al cambio del testimone con tante novità

Dal palco dell'edizione europea dell'Hpe Discover, tenutasi a Madrid, l'azienda califoniana ha annuncito nuovi prodotti e soluzioni per la gestione del cloud, per l'IoT e per il supercalcolo. Ma soprattutto ha ribadito la sua identità, alla vigilia del pa

Quello di Madrid è stato il primo banco di prova e il primo palcoscenico della “nuova” Hpe, quella che a breve non sarà più guidata da Meg Whitman bensì da Antonio Neri. L'appuntamento europeo dell''Hpe Discover 2017, organizzato appunto a Madrid, ha dato spazio non solo agli annunci ma anche al racconto della trasformazione organizzativa in vista nei prossimi mesi. Sotto la gestione della Whitman, specie negli ultimi due anni, è stata definita e messa in campo una nuova strategia che ha portato a sfrondare Hewlett Packard Enterprise dagli elemeni non centrali nell'offerta, come quelle del software e dei servizi. E ora i tempi sono maturi per un passaggio del testimone.

 

È proprio il Ceo ancora in carica (fino a gennaio) ad aprire la sessione plenaria: Non poteva essere fatta una scelta migliore”, ha detto, riferendosi al suo successore. “Antonio e la persona giusta al momento giusto: è il leader che avevo in testa. Per prima cosa è una persona dell’azienda: è in Hpe da 22 anni, ne conosce a fondo meccanismi, capacità e potenzialità. È appassionato di tecnologia e Hpe è un’azienda di ingegneri, tornata alle origini, per tenere fede a quel Dna  tecnologico che la caratterizza. Non ultimo, ha un approccio orientato ai clienti, ‘customer first’ prima di tutto, senza dimenticare la valenza dei partner e quella dipendenti. Sarà un Ceo incredibile”.

 

Whitman ha poi raccontato l'identità della Hpe costruita in questi anni, definendola come “un’azienda più piccola, agile, snella, veloce, focalizzata e molto ben posizionata per guidare i clienti nel futuro. Un futuro che è qui dietro l’angolo, adesso” Lo scenario a cui tutti guardano è quello della cosiddetta Trasformazione Digitale, fenomeno pervasivo, che impatta su tutti i settori e che fa leva innanzitutto sui dati (non a caso si è parlato di “data-driven enterprise” come simbolo di questo cambiamento). È in questo mondo che Hpe vuole giocare la porpria partita, facendo ciò che sa fare meglio oggi e per cui si è a lungo preparata: rendere semplice l’It ibrido e potenziare l’Intelligent Edge (ha detto Meg Whitman: “L'Edge si mangerà il cloud”), in un modo sicuro, affidabile e controllato e fornendo i servizi tecnologici più idonei e moderni per realizzare il tutto. Le soluzioni di “prossima generazione” di Hpe sono pensate in logica software-defined, sono orientate all’automazione e fruibili in modo flessibile e come servizi (“as-a-service”).

 

Siamo stati tra i primi a dire che il mondo sarebbe stato ibrido e oggi tutti lo confermano”, ha poi rimarcato Antonio Neri. “Ma attenzione: non c'è un modello che vada bene per tutti. Per questo Hpe punta a rendere l’IT ibrido dall’edge, al core fino al cloud, con l’impegno di far sì che l’esperienza dell'utente sia priva di discontinuità". Lo scenario verso cui le aziende si stanno orientando è quello di un It ibrido di tipo “multicloud”, ed è uno scenario che Hpe si impegna ad abilitare e a semplificare.

 

 

Antonio Neri durante un momento conviviale dell'Hpe Discover di Madrid

 

Nuvole, dati e supercalcolo

L'edizione madrilegna del Discover ha snocciolato una grande quantità di annunci disparati. In direzione dell'It ibrido e multicloud si orienta OneSphere, piattaforma SaaS per l'orchestrazione, in grado di fornire una vista unificata delle diverse “nuvole” usate dal cliente, al fine di consentire il movimento delle risorse fra on premise e cloud in modalità ‘”seamless” e facile da gestire. “Un game changer”,  lo ha definito Neri. “Un orchestratore di infrastrutture cloud, attivabile con un semplice log in: senza nessun hardware da installare né da configurare, permette di creare private cloud in pochi secondi, con accesso istantaneo e self-service ai tool”.

La capacità del data center di diventare autonomo  è la scommessa giocata da Hpe con Infosight, una piattaforma di predictive analytics in grado di analizzare dati raccolti attraverso sensori, di predire e prevenire in modo automatico i possibili problemi sfruttando il machine learning. Si tratta del “primo motore di raccomandazione basato sull'intelligenza artificiale del mercato”, come sottolineato dal futuro Ceo. La piattaforma sarà in un secondo momento estesa alle componenti di calcolo, di storage e di rete, a partire dai sistemi Hpe 3 Par.


Per rendere possibile l’impossibile, la società di Palo Alto invece mette in campo il supercomputer, ricordando che “nel mercato dell’High Performance Computing HPE ha una quota di mercato superiore a quella derivante dalla combinazione dei tre principali concorrenti”, ha detto Neri. Un terreno già tracciato da dalle tecnologie di iperconvergenza  Simplivity, dai nuovi server Apollo Gen 10 e dalla “infrastruttura componibile” Synergy, che conta oggi oltre mlle clienti a livello mondiale. Ma a uscire oggi dal cilindro del vendor è Superdome Flex,  un supercomputer basato su una tecnologia di calcolo in-memory che può di macinare grandi quantità di dati in tempi molto veloci, scalando da 1 a 48 petabyte senza cambiare una singola linea di codice.

 

 

 

 

 

Il tema dell'Edge “intelligente” è, invece, al centro della collaborazione fra Abb e l'offerta di sistemi Aruba Networks. L'accordo con la grande multinazionale mira a sviluppare nuove soluzioni di Industrial IoT. La combinazione delle competenze verticali maturate da Abb nel campo dell'operations technology (OT) con quelle informatiche di Hpe consentirà di proporre soluzioni verticali di Internet of Things per il comparto industriale. Si tratterà di soluzioni per l'analisi dei dati IoT e la creazione di insight implementabili on-premise, all'interno di data center e impianti industriali, ottenendo così superiori livelli di uptime, velocità e resa. A potenziare la proposta di Intelligent Edge c’è poi l'intera offerta di Aruba Networks, che in questi due anni di gestione Hpe sta mettendo a segno crescite significative.

 

Una delle sfide che aspettano una risposta è quella della sicurezza, che oggi Hpe affronta con Introspect – Clearpass Policy Manager  e  con Aruba 360 Secure Fabric. Per quanto riguarda la proposta di modelli flessibili di consumo e fruizione, qui entra in gioco l’offerta di servizi  PointNext (advisory, professional, operational), arricchita dalla componente GreenLake con configurazioni purpose-built per backup, Big Data, edge computing, database with Edb Postegres, Sap Hana, FlexCapacity.

 

In chiusura di plenaria, Meg Whitman e il suo successore si abbracciano sul palco.

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