10/09/2020 di Redazione

Huawei: da Samsung e Lg niente display, da SK stop alle memorie

Un momento molto difficile per il produttore cinese, che dal 15 settembre potrebbe avere seri problemi a reperire componenti per i suoi smartphone. Anche le tre aziende sudcoreane stanno mettendo il veto a causa delle sanzioni statunitensi.

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Huawei presto potrebbe avere ancora più problemi a reperire componenti per i suoi telefoni. Secondo quanto riportato dal quotidiano sudcoreano Chosun llbo e pubblicato da UPI, Samsung e il produttore di memorie SK Hynix dal 15 settembre prevedono di sospendere la vendita di parti all'azienda cinese. Non solo. In base a un report dell'outlet sudcoreano Chosun Biz (ripreso da Android Authority), Lg e Samsung, sempre a partire dalla stessa data, smetteranno di fornire schermi premium per smartphone all’azienda cinese. Non è chiaro cosa significhi "premium" in questo contesto: il report si riferisce probabilmente ai display Oled, che sono utilizzati sui modelli di fascia alta, come il P40 Pro che monta uno schermo Samsung.

Tutto è iniziato nel 2019 con il divieto commerciale degli Stati Uniti, che ha portato Google a revocare a Huawei la licenza Android, impendendole di accedere ai suoi servizi, e ha vietato all’azienda cinese di fare affari con società statunitensi, inclusi i produttori di chip Qualcomm e Broadcom. Inoltre lo scorso agosto il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha ampliato ulteriormente le restrizioni, imponendo alle società non statunitensi di smettere di vendere al produttore cinese, dal 15 settembre, componenti (per esempio chip) che hanno sviluppato o prodotto utilizzando tecnologie o software americani. È probabile che il divieto danneggi Samsung e SK Hynix tanto quanto Huawei. Nel caso di quest’ultima, il 40% dei suoi 13,3 miliardi del fatturato, relativo alla prima metà del 2020, proveniva dalle esportazioni verso la Cina.

Huawei ha cercato di ridurre la sua dipendenza da fornitori di chip stranieri acquistando componenti dal colosso cinese Semiconductor Manufacturing International Corporation (Smic), ma potrebbero esserci problemi se il Dipartimento del Commercio americano dovesse inserire anche questa azienda nell’elenco di quelle con cui le società statunitensi non possono trattare. In questo caso Smic avrebbe difficoltà a reperire la tecnologia necessaria per produrre i chip. Tra l’altro è indietro di due generazioni rispetto alla taiwanese Tsmc, anche questa ormai ex fornitore di processori di Huawei.

Sul fronte dei display Huawei non è messa meglio. Lg e Samsung sono tra i maggiori produttori di schermi al mondo e una parte importante della catena di fornitura dell’azienda. Ora la società dovrà rivolgersi alla cinese Boe, così come ad altre locali quali Visionox, Tianma e Csot, ma non è chiaro se queste potranno garantire una produzione adeguata alle esigenze di Huawei.

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