04/05/2016 di Redazione

Huawei e Vodafone inaugurano il laboratorio per il Narrow-Band IoT

Le due aziende annunciano l’apertura di un “Open Lab” dedicato allo sviluppo della tecnologia Nb IoT, per la tramissione su reti cellulari dei dati dell’Internet of Things. Il centro di Newbury, nel Regno Unito, è il primo di una serie di sette già pianif

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Un consumo energetico molto contenuto, bassi costi dei componenti e un’eccellente copertura: sono i vantaggi della tecnologia Narrowband IoT (Nb‑IoT), una delle possibili strade per portare le connessioni dell’Internet of Things ovunque, anche in luoghi remoti e ostici da raggiungere. Tra i suoi fautori c’è Huawei, che insieme a Vodafone ha annunciato ora l’apertura di un vero e proprio laboratorio dedicato alla ricerca e sviluppo di questa tecnologia. L’Open IoT Lab di Newbury, nel Regno Unito, è il primo di una serie di sette già pianificati da Huawei, da inaugurare in altre parti del globo, e servirà da piattaforma di test per sviluppatori di applicazioni e produttori di dispositivi, moduli e chip.

Il Narrowband IoT è un systema di trasmissione dati di tipo “Low Power Wide Area”, che lo scorso anno ha ottenuto l’approvazione del 3Gpp, un’organizzazione internazionale che riunisce diverse alleanze ed enti regolatori nel campo delle telecomunicazioni: lo standard è in via di definizione. Huawei e Vodafone stanno lavorando insieme su questa tecnologia già dal 2014, avendo poi completato il primo trial commerciale pre-standard lo scorso novembre. Il test è stato il primo esempio di comunicazioni narrowband per smart metering implementate utilizzando bande di frequenza licenziate per reti cellulari.

Huawei si è detta certa dell’avvento dell’ Nb‑IoT già entro la fine di quest’anno. Secondo Zhu Cheng, il dirigente a capo della divisione Cellular IoT della società cinese, entro il 2020 si conteranno tre miliardi di oggetti connessi tramite rete mobile, e a far da traino a questi numeri saranno le applicazioni di smart metering e quelle per le smart city. Huawei non teme la concorrenza di altre tecnologie proprietarie per la trasmissione dei dati dell’IoT, tecnologie che hanno tentato di imporsi in modo “molto, molto aggressivo”, ha detto Cheng, ma che non possono vantare i medesimi vantaggi di standardizzazione, qualità del servizio, sicurezza, basso consumo e copertura del segnale.

 

 

Il centro di Newbury – oggi già operativo – fornirà supporto anche a sviluppatori e partner, che potranno collaborare con Huawei e Vodafone “per esplorare possibilità di sviluppo e innovazione in ambiti quali la verifica di soluzioni di rete, applicazioni, integrazione di dispositivi e certificazione di conformità dei prodotti”, hanno sottolineato le due società. Entrambe stanno già lavorando con numerose aziende allo sviluppo di applicazioni NB-IoT, con la prospettiva di vedere sul mercato i primi dispositivi connessi tramite tecnologie NB-IoT tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.

 

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