07/09/2017 di Redazione

Huawei: intelligenza artificiale per una nuvola più smart

Dal Connect 2017 di Shanghai l’azienda ha lanciato Enterprise Intelligence (Ei), un insieme di servizi in cloud per dare ai clienti la possibilità di sfruttare al meglio Api, machine learning e soluzioni personalizzate. In arrivo anche piattaforme hardwar

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Il mercato dell’intelligenza artificiale nel 2022 varrà, secondo Markets and Markets, oltre 16 miliardi di dollari e crescerà a un tasso annuale composto del 62,9 per cento. Pur essendo un settore studiato da decenni, è solo negli ultimi mesi che si è assistito a un importante salto in avanti delle tecnologie smart, anche in un’ottica di costante “consumerizzazione” delle proposte dei vendor. Dagli smartphone alle videocamere connesse, le aziende stanno utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e le funzionalità dei dispositivi. Un trend quindi molto trasversale, che ha contaminato ovviamente anche il business. Ma “la ricerca sull’Ai e le applicazioni è al momento legata a una singola tecnologia. Soluzioni troppo semplici che non sono ancora in grado di soddisfare i bisogni” delle grandi aziende.

È questo il presupposto da cui vuole partire Huawei per fornire alle imprese nuovi servizi che siano maggiormente integrati fra loro, in modo da creare valore aggiunto. Una strategia che si è concretizzata, con tanto di annuncio ufficiale durante l’evento Connect 2017 di Shanghai, nel lancio di Enterprise Intelligence (Ei): una soluzione composta da tre servizi intelligenti e da una piattaforma di computing eterogenea.

Il tutto viene erogato grazie al cloud di Huawei, un ecosistema su cui la stessa azienda ha deciso di puntare in maniera decisa con un’espansione internazionale annunciata durante il Connect. La prima categoria di servizi che compone Ei è costituita da set di algoritmi per il machine e il deep learning, per l’analisi dei grafi e più in generale per “allenare” i sistemi. Sul primo livello si innesta poi una serie di Api per funzionalità classiche come il riconoscimento vocale e delle immagini, oltre che per l’elaborazione del linguaggio naturale.

Il livello più alto è rappresentato da soluzioni verticali, dall’automotive al manifatturiero, che Huawei ha intenzione di sviluppare insieme ai clienti. Non a caso l’azienda cinese ha già avviato progetti con realtà del calibro di Philips sul riconoscimento delle immagini in ambito sanitario, oltre che con un gruppo di 12 carmaker per sviluppare tecnologie Internet of Things sulla nuvola. Secondo dati snocciolati da Zheng Yelai, president della Cloud Bu e della It product line di Huawei, i servizi di intelligenza artificiale di Ei possono effettuare ricerche su cento miliardi di immagini al secondo.

 

Huawei Connect 2017, Shanghai

 

Alla base di tutto si trova il cloud del colosso cinese, la cui business unit è nata soltanto lo scorso marzo ma è già testimone di una crescita delle sottoscrizioni del 238 per cento in pochi mesi. Il gruppo asiatico ha sottolineato di voler diventare un service provider neutrale in quest’ambito, sviluppando soluzioni congiunte con i propri partner in giro per il mondo. Nel frattempo, Huawei sta costantemente migliorando la propria offerta, con il lancio di quaranta nuovi servizi cloud (dal data warehouse alla sicurezza) e 4.500 funzionalità.

 

Hardware e software in ottica cloud

A livello hardware va segnalata invece Atlas, una piattaforma che fonde capacità di intelligenza artificiale, High Performance Computing ed è pronta per il cloud pubblico. Basata sui Fusionserver G series, Atlas dispone di funzionalità di orchestrazione intelligente per effettuare il pooling delle risorse presenti, sia a livello di Gpu sia di storage (hard disk e drive a stato solido). L’obiettivo è fornire ai clienti una piattaforma server che sappia sfruttare l’hardware in modo più efficiente, con la flessibilità necessaria per adattarsi alla crescente richiesta di servizi cloud.

A proposito di servizi: Huawei ha annunciato l’intenzione di investire 500 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per sviluppare servizi professionali sulla nuvola, per creare un ecosistema cloud il più aperto possibile che possa fornire ai clienti soluzioni end-to-end per la trasformazione digitale. È il caso, per esempio, di alcuni colossi internazionali come Enel, Schindler e Dhl, che già oggi si affidano a Huawei per la digitalizzazione.

Joy Huang, vice president, It Product Line del gruppo di Shenzhen ha poi chiuso la carrellata di annunci presentando altre nuove soluzioni, da Devcloud 2.0 per lo sviluppo di applicazioni cloud native a innovazioni infrastrutturali come Fusioncloud Stack e Fusionbridge. Nel primo caso si ha di fronte una piattaforma integrabile nel data center aziendale che assicura continuità di business nel caso la connessione con il cloud pubblico sia instabile.

 

Huawei Atlas

 

Fusionbridge è invece basato su Openstack ed è stato progettato per facilitare la gestione di ambienti multicloud, semplificando il lavoro dei dipartimenti It grazie a un’interfaccia grafica e al portale operativo centralizzato. Infine, Huawei ha ampliato il proprio programma dedicato ai partner che sviluppano soluzioni (oltre 400). Un investimento che nel solo 2017 è ammontato a 250 milioni di dollari e che porterà entro il 2020 il numero di Openlabs, spazi dedicati dove i partner possono creare e testare nuovi prodotti e servizi, dai 16 attuali ai 24. Entro la fine dell’anno è attesa l’apertura di un laboratorio anche in Italia.

 

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