12/01/2017 di Redazione

I droni solari di Alphabet rimangono a terra: chiuso il progetto

Titan, l’iniziativa della divisione X della holding di Google per abbattere il digital divide, ha cessato le proprie attività. La squadra di tecnici è stata dirottata verso altre aree, tra cui Loon, nata per sviluppare palloni aerostatici in grado di port

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Alphabet ha ufficialmente chiuso il progetto Titan. I droni della holding di Google alimentati a energia solare, rilevati nel 2014 con l’acquisizione di Titan Aerospace e pensati per portare la connettività nelle aree remote del mondo, rimarranno a terra. L’iniziativa, accorpata nel 2015 alla divisione X del colosso di Mountain View, quella che si occupa di progetti avveniristici (i cosiddetti “moonshot”), ha nettamente perso la sfida nei confronti di altre idee ben più meritevoli. In primis Project Loon, che si avvale di palloni aerostatici per abbattere il digital divide. Senza contare Project Wing, nato con lo scopo di effettuare consegne in tempi brevissimi utilizzando sempre i dronti.

Tutto lo staff di Titan è stato quindi spostato in altre aree, tra cui appunto Loon, che secondo l’azienda “in questa fase […] sembra essere molto più promettente per connettere le zone rurali e remote del mondo”, sia dal punto di vista tecnico che economico. Perché i moonshot sono costosi e, fino ad oggi, sono sempre stati in perdita. Secondo gli ultimi dati trimestrali, la voce “other bets”, che racchiude tutti i progetti sperimentali, ha registrato una perdita operativa di 865 milioni di dollari.

Ma la riorganizzazione di Google in Alphabet, con la creazione di tante realtà indipendenti poste sotto lo stesso ombrello, ha portato la holding a pretendere ritorni sul merio periodo da ogni “cantiere” aperto. Titan aveva già subito una battuta d’arresto nel 2015, quando il drone Solara 50 si schiantò al suolo nel New Mexico a causa di un difetto dell’ala.

Ma i velivoli automatici di Alphabet hanno da sempre sofferto di altri problemi, tra cui una persistente difficoltà in fase di trasmissione di dati sulle reti mobili. In ultima analisi, puntare sui palloni aerostatici sembra essere conveniente anche per la stessa natura dell’oggetto. Un drone è una macchina molto più complessa dal punto di vista tecnico e ha bisogno di spostarsi in continuazione nel cielo. I palloni, invece, presentano una tecnologia ridotta all’osso e sono stazionari. I rischi di caduta dovrebbero quindi essere inferiori.

 

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