17/07/2017 di Redazione

I mainframe di Ibm nascondono i dati in qualsiasi momento

Big Blue ha svelato la piattaforma Z di nuova generazione, con un motore crittografico avanzato capace di cifrare le informazioni in movimento e a riposo. L’hardware è in grado di elaborare fino a 12 miliardi di transazioni al giorno, grazie anche a 32 TB

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La risposta di Ibm agli attacchi informatici? Più crittografia. Il colosso di Armonk ha aggiornato i propri mainframe della serie Z dotandoli di un nuovo motore in grado di gestire 12 miliardi di transazioni completamente cifrate al giorno. E quando si parla di “completamente cifrate” non ci sono eccezioni: i dati elaborati dal mainframe di Ibm sono infatti protetti in ogni momento, sia in transito sia quando si trovano a riposo nei database. Per garantire un livello di protezione così elevato, Big Blue ha sviluppato un nuovo componente crittografico che mette le informazioni al sicuro 18 volte più velocemente rispetto alle piattaforme x86, al 5 per cento del costo. Numeri impressionanti, che consentono al mainframe di elaborare velocemente i dati associati a qualsiasi applicazione, servizio cloud o database.

La trasversalità del nuovo motore è un punto di vanto per il vendor. “La maggior parte delle informazioni trafugate è riscontrabile nelle piattaforme aperte e facili da utilizzare, perché è sempre stato difficile e costoso implementare algoritmi crittografici su larga scala”, ha spiegato Ross Mauri, general manager, Ibm Z. “Abbiamo creato un motore di protezione per l’era del cloud, capace di avere un impatto immediato sulla sicurezza globale dei dati”.

Un bisogno sempre più impellente, se è vero che dei nove miliardi di record trafugati dal 2013 a oggi soltanto il 4 per cento era cifrato. Le aziende faticano a tenere il passo perché, come anticipato, implementare soluzioni di crittografia efficaci richiede massicci investimenti e può rallentare notevolmente la velocità delle applicazioni. Aderire ai dettami del regolatorio statunitense costa alle imprese a stelle e strisce oltre mille miliardi di dollari l’anno.

L’aggiornamento della famiglia Ibm Z porta con sé anche la possibilità per i team addetti alla sicurezza di gestire centralmente più di un milione di chiavi crittografiche. Big Blue ha integrato dell’hardware in grado di rendere inutilizzabili in tempo zero le chiavi al primo sospetto di intrusione esterna, garantendo così la loro validità nel tempo. Il sistema è stato progettato per soddisfare il livello 4 del Fips (Federal Information Processing Standards), mentre le soluzioni oggi in circolazione arrivano al massimo a livello 2.

 

Credits: Ibm

 

Novità che saranno accolte con favore anche dalle imprese attive in Europa, in quanto a maggio 2018 scatterà il nuovo regolamento sulla protezione dei dati (Gdpr), voluto da Bruxelles per aumentare la sicurezza delle informazioni degli utenti. Le organizzazioni che non riusciranno a soddisfare i requisiti della norma rischiano multe fino al 4 per cento del fatturato annuo. Ibm sostiene che l’aggiornamento dei propri mainframe aiuterà le aziende ad adeguarsi al Gdpr.

I nuovi Ibm Z sono dotati di 32 TB di memoria (tre volte in più rispetto alla generazione precedente), offrono I/O caratterizzati da una velocità tripla, supportano fino a due milioni di container Docker e fino a mille database Nosql in contemporanea. Per sostenere un hardware così performante, Big Blue ha mostrato in anteprima anche il nuovo sistema operativo dedicato z/Os, che tra le principali novità include anche il supporto alle estensioni per Cloud Provisioning and Management for z/Os e alle analytics System Management Facility (Smf) in tempo reale.

Infine, il gigante statunitense ha annunciato la costruzione di sei nuovi data center dedicati alla propria piattaforma Cloud Blockchain, tutti dotati dei nuovi mainframe con motore crittografico. La tecnologia a blocchi rappresenta infatti uno degli scenari ideali per la novità di Ibm, in quanto deve garantire l’assoluta trasparenza e certezza delle transazioni, senza però incappare in colli di bottiglia. I data center verranno inaugurati prossimamente a New York, Londra, Francoforte, San Paolo, Tokyo e Toronto.

 

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