27/01/2011 di Redazione

I negozi virtuali per smartphone: ecco la vera killer app

Secondo l’ultimo rapporto di Gartner, nel 2011 il giro d’affari complessivo degli application store supererà quota 15 miliardi di dollari, un valore tre volte superiore a quello del 2010. Apple domina questo mercato, i concorrenti non dormono. E non manca

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Fra quanto spenderanno gli utenti per l’acquisto delle apps e i ricavi generati dagli investimenti pubblicitari legati ai vari marketplace, il giro d’affari degli application store supererà quest’anno quota 15 miliardi di dollari. Rispetto al 2010, quello previsto dagli analisti di Gartner è un salto in avanti triplo – nel 2010 il fatturato ha raggiunto i 5,2 miliardi di dollari – e l’antipasto di un ulteriore sostanzioso di questo settore, che nel 2014 si ipotizza possa arrivare a valere circa 58 miliardi di dollari, con circa un terzo di questo business attribuibile alla componente advertising (che nel 2010 ha inciso sul 16%). Se l’industria mobile cercava la sua “killer app” forse è giunto il momento di dire che l’ha finalmente trovata.

L’App Store di Apple ha avviato, nel luglio 2008, infatti una rivoluzione che si può ben sintetizzare con i numeri che fotografano il numero di download effettuati dagli utenti da iPhone, iPad, smartphone e tablet Android: sono stati 8,2 miliardi nel 2010, saranno 17,7 miliardi alla fine di quest’anno. Più del doppio quindi. Con un potenziale ulteriore di crescita, fino al 2014, enorme, visto e considerato che tale numero potrebbe salire a 185 miliardi entro i prossimi quattro anni.

Application store: un business globale da 15 miliardi di dollari nel 2011


Ci sono, però, anche delle zone d’ombra che operatori (telco), produttori (di device e sistemi operativi) e sviluppatori non possono trascurare. Per esempio il fatto che la maggior parte dei programmi scaricati sono e saranno di tipo gratuito. Per la precisione l’81% dei download previsti per il 2011 riguarderà apps a costo zero e, dopo un tendenza alla diminuzione che si protrarrà anche quest’anno, tale percentuale tornerà a crescere nel triennio 2012-2014. Altro capitolo che interessa Apple e le sue rivali è quello inerente il rapporto con gli sviluppatori. Chi scrive le applicazioni oggi riceve mediamente il 70% degli introiti generati da ogni singola app; in futuro questo rapporto potrebbe essere oggetto di revisitazione in relazione al maggiore appeal che potrebbero esercitare le piattaforme operative concorrenti della Mela, a cominciare ovviamente da Android.

Gli analisti di Gartner hanno quindi evidenziato un altro passo in avanti che gli application store sono chiamati a fare, come spiega in dettaglio Stephanie Baghdassarian, research director della società americana: “vediamo una grande opportunità di sviluppo per gli application store in futuro ma le apps offerte a catalogo dovranno crescere in termini di maggiore e più personale esperienza d’uso per gli utenti per poter sopravvivere adeguatamente all’evoluzione del Web”. In altre parole, servirà qualità e non solo quantità per poter dare ai consumatori (e ai business man) strumenti di intrattenimento e produttività mobile che durino nel tempo.

L'App World di Research in Motion per i BlackBerry, uno dei concorrenti dell'App Store di Apple


Quanto ai principali attori di questo segmento i nomi sono più che noti. L’App Store di Apple è il negozio con più apps disponibili (350mila) e quello che vanta, anche perché partito ben prima degli altri, il maggior numero di download (10 miliardi). Aggiungiamoci il contributo fornito dall’iPad ed ecco spiegato perchè la società di Cupertino conserverà ancora per lungo tempo il ruolo di principale piazza virtuale per accedere alle apps da device mobile. Probabilmente da iTunes non transiteranno, come successo nel 2010, il 90% dei download effettuati dagli utenti ma la supremazia nei confronti di Google e del suo Android Market, Nokia (Ovi Store), Research In Motion (App World), Microsoft (Windows Marketplace) e Samsung (con l’omonimo Apps) sarà anche in futuro evidente.

Anche se la concorrenza certo non dorme e fra molti sviluppatori aleggia l’idea di prendere in considerazioni alternative all’App Store di Apple, che oggi cattura (secondo Idc) l’attenzione di oltre il 90% di chi scrive le apps. Android è visto come una seria alternativa ma anche le piattaforme operative per i BlackBerry (anche in virtù dell’imminente arrivo sul mercato del tablet PlayBook) e i Windows Phone sembrano poter avere molte più possibilità di dire la loro rispetto al recente passato. Ma, lecito quindi chiedersi, ci sarà veramente posto per tutti nell’ecosistema dorato degli application store?

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