16/07/2019 di Redazione

I pro e i contro dello smart working per le aziende

Lo smart working è un modello operativo che comporta sicuramente dei vantaggi, ma racchiude anche criticità, come ci spiega Jacopo Bruni, marketing manager di Praim.

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Di smart working si parla ormai da diversi anni, associando questo modello operativo a fantastici vantaggi di flessibilità di orario e di libertà di potersi collegare anche da casa o in viaggio alle applicazioni aziendali (oltre che, ovviamente, alla posta elettronica). Il tutto può tradursi in un miglioramento di produttività e anche di qualità della vita, ma ci sono rischi e aspetti problematici spesso sottovalutati, che invece meriterebbero più attenzione. Praim, società specializzata in soluzioni thin e zero client, è sicuramente tra i sostenitori del lavoro smart, ma è anche la prima ad ammettere l’esistenza di criticità da considerare. Ce ne parla Jacopo Bruni, marketing manager di Praim.

 

Jacopo Bruni, marketing manager di Praim

 

Quando parliamo di smart working i primi concetti che saltano in mente sono flessibilità, libertà, modernità. Siamo proprio sicuri che siano le parole giuste per descriverlo? In quanti crediamo che lo smart working sia la svolta per poter crescere nel nostro business? Letteralmente questa espressione significa “lavorare in modo intelligente, astuto”… niente in contrario ovviamente e, aggiungerei, meno male! Ma, se lo contestualizziamo, questo concetto può avere diverse sfaccettature a seconda che se ne parli dal punto di vista del lavoratore, del datore di lavoro, dell’IT manager e così via. Analizziamo da vicino i pro e i contro dell’adozione di smart working in un contesto aziendale, partendo dalle sue principali caratteristiche: lavorare indipendentemente dal luogo, dall’orario e soprattutto lavorare per obiettivi. 

 

Il principali benefici sono (o dovrebbero essere) il fatto di poter avere maggiore autonomia, di doversi responsabilizzare, alimentare un meccanismo meritocratico, limitare gli istinti omicidi nei confronti del collega insopportabile, dormire una mezz’ora in più la mattina ed evitare lo stress al volante. Ma ci sono anche dei contro (e questi lo sono davvero), quali: rischiare di lavorare in eccesso o troppo poco, perdere il controllo sulle attività, rischiare di non valorizzare correttamente il lavoro, ridurre la facilità di lavorare in team e la socializzazione, pagare bollette della luce più salate a casa e, scherzi a parte, creare eventuali problemi con la sicurezza aziendale.

 

Attorno a questo ultimo punto, che risulta avere un serio impatto più che altro sulle attività dell’IT manager aziendale, ruota una delle principali criticità dello smart working, vale a dire la salvaguardia delle informazioni. I dati sono la linfa vitale di ogni impresa, il vero capitale intangibile, l’asset più prezioso di qualsiasi realtà aziendale e, così come si fa con i beni preziosi, andrebbero custoditi e protetti in una efficientissima e quanto più impenetrabile cassaforte virtuale.

 

E qui entrano in ballo tutte le competenze degli IT manager, ma non solo. Il primo passo da compiere è quello di mettere quanto più in sicurezza il sistema informativo aziendale. Questo dovrebbe avvenire su numerosi livelli: internamente ed esternamente, a livello server e a livello client, eccetera. La security, intesa come messa in sicurezza dell’infrastruttura IT, è un processo lungo e pieno di ostacoli, nel quale spesso (o almeno dovrebbe essere così) molti vendor dovrebbero entrare.

 

Ecco che il primo pensiero è quello di adottare soluzioni di antivirus, antimalware, antispam, firewall. Poi viene il turno dei backup, della replication, dell’alta disponibilità. Dopodiché la mente va all’adozione di soluzioni in cloud, e così via, piano piano i dati vengono davvero protetti. Ma alla fine si pensa anche alla miglior gestione dei dati? Anzi, si pensa effettivamente a come gestire tutta l’infrastruttura IT aziendale? In sostanza, con l’adozione dello smart working, in parte o nella sua totalità, si fa ancora più viva la questione della gestione e della disponibilità dei dati aziendali.

 

L’azienda diventa quindi il fulcro che deve garantire l’accesso al dato da parte di utenti interni ed esterni. Non solo: anche il mezzo cambia, perché si passa dalla postazione classica di lavoro alla pletora di dispositivi aziendali o personali, Pc fissi, notebook, tablet, smartphone, e altro ancora. Questo nuovo paradigma, allo stesso tempo più semplice e più complesso, implica una totale riorganizzazione delle risorse IT aziendali e non. Un gran lavoro, insomma, per chi si occupa di mettere in sicurezza i sistemi informativi! Sarà una banalità per molti, ma il consiglio in ambienti complessi è quello di “normalizzare” il più possibile e in particolare di adottare sempre di più e in maniera sempre più fiduciosa il cloud. Cercando di risolvere il problema della complessità, viene anche naturale pensare alla scelta e alla gestione degli endpoint giusti. 

 

Praim si inserisce in un contesto come questo, assicurando tre caratteristiche fondamentali: semplicità, centralizzazione, convenienza. Praim si pone da attore protagonista, supportando agevolmente gli utenti nei vari processi di trasformazione tecnologica e digitale in corso. Si è guadagnata la leadership nella fornitura di sistemi completi per la creazione e gestione di postazioni di lavoro software e hardware Thin & Zero Client e negli ultimi dieci anni ha registrato un aumento progressivo del numero di clienti attivi, riscontri che l’hanno spinta a investire e potenziare ulteriormente il supporto nella fornitura di soluzioni a prova di qualsiasi futuro.

 

Tre sono le macroaree all’interno delle quali Praim opera: Thin & Zero Client, soluzioni software endpoint e gestione centralizzata. Come fornitori di soluzioni Thin & Zero Client siamo da anni leader sul mercato italiano con soluzioni hardware-based sicure, efficienti, capaci di abbattere i costi di gestione e operativi ed anche accattivanti, con design essenziali, solidi ed eleganti. Ovviamente la parte più importante è dotare i nostri hardware di caratteristiche sempre più performanti, in modo da soddisfare ogni tipo di mercato e ogni tipo di cliente. Il mantra rimane invariato: semplificare la vita dei nostri clienti.

 

Sempre in base a quest’ultimo concetto riusciamo a fornire anche una serie completa di soluzioni software per gli endpoint che attualmente ci consentono di gestire Pc, notebook, thin client di terze parti e dispositivi Raspberry con un piccolo ma potente componente software chiamato Agile. Ai fini pratici entrambe le soluzioni software Agile (Agile4PC e Agile4Pi) condividono l’obiettivo di semplificare l’accesso e l’esecuzione delle risorse locali ed esterne e facilitare l’utente attraverso un’interfaccia che garantisca una user-experience simile a quella di uno smartphone, comprensiva di possibilità di personalizzare risoluzione video e configurazioni quali lingua, mouse e tastiera. Un altro componente software fondamentale è il ThinOX4PC, un sistema operativo Linux-based, completamente sviluppato da noi, che consente di trasformare qualsiasi hardware (di qualsiasi marca) in un Thin Client Praim, interamente gestito dalla nostra soluzione di management. Tra i molti vantaggi ci sono quelli di ridurre il parco degli endpoint aziendali uniformando i sistemi operativi, facilitare la gestione amministrando tutti gli endpoint agevolmente con un prodotto di management centralizzato e semplificare il complesso sistema di security aziendale. Il concetto di “semplificazione” diventa praticamente una vision quando arriviamo a parlare di ThinMan Management Console, uno dei più potenti ed affidabili strumenti di gestione centralizzata degli endpoint presenti sul mercato. ThinMan è l’elemento chiave, che permette di gestire centralmente i dispositivi Thin & Zero Client e PC e consente alle aziende di realizzare un investimento efficace, contenendo tempo e costi. 

 

Se la gestibilità è importante non meno lo è garantire ai dispositivi un accesso sicuro. Per garantirlo, nel corso dell’ultimo anno, Praim ha rilasciato la soluzione ThinMan Smart Identity, un add-on sviluppato per ThinMan Platinum Edition con cui si è posta l’obiettivo di garantire un accesso controllato e ottimizzato degli utenti ai propri dispositivi tramite l’utilizzo di smart card. ThinMan Smart Identity permette implementare una soluzione di autenticazione basata su più fattori, gestire gli accessi degli utenti e contribuire a rafforzare la postura di sicurezza complessiva dell’infrastruttura IT a partire dagli endpoint. Si aggiunge poi il supporto delle carte più diffuse, come la Carta Nazionale dei Servizi o il badge aziendale. 

 

In conclusione, possiamo affermare che l’adozione di un modello che prevede lo smart working in azienda, in tutto o in parte, è un grande passo verso il futuro e tiene conto di una visione a largo raggio della gestione d’azienda. L’adozione di tale modello deve tenere però conto di un’ampia serie di fattori che creano opportunità minando però la sicurezza aziendale e il sistema di protezione di una delle più fondamentali risorse dell’azienda: i dati. Quindi, sì allo smart working, ma con le dovute accortezze. Prima fra tutte l’attenzione particolare nel non cadere nelle frequenti “trappole” del controllo, della limitazione e dell’estremizzazione del lavoro da remoto. L’azienda, concepita proprio come luogo di lavoro, rimane a mio avviso un elemento fondamentale del nostro quotidiano, della nostra socializzazione e della nostra crescita professionale, che è fatta di dati, risultati ma prima di tutto di relazioni.

 

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