30/09/2014 di Redazione

I server Ibm sono ufficialmente di Lenovo, i cinesi puntano al top

L’acquisizione della divisione server di Big Blue per 2,3 miliardi di dollari è stata approvata dagli organismi regolatori e sarà effettiva da inizio ottobre. Con questa mossa il colosso cinese punta a diventare la prima azienda Ict nel mondo, completando

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Lenovo pensa e agisce in grande, e ora che l’acquisizione delle attività dei server x86 di Ibm è cosa ufficiale e praticamente fatta, il colosso cinese può permettersi toni quasi trionfalistici. “Stiamo ufficializzando l’acquisizione che ci porterà ad diventare la prima compagnia Ict nel mondo”, ha esordito, in conferenza stampa telefonica con i giornalisti, l’amministratore delegato  e presidente Yang Yuanqing, spiegando poi come l’acquisto della divisione server rappresenti il completamento di un percorso iniziato anni prima, nel 2005, quando Lenovo portò in casa propria i personal computer di Big Blue. Per diventare poi, oggi, il primo vendor mondiale di Pc, a dimostrazione di quanto la scelta compiuta quasi dieci anni fa sia stata lungimirante.

La strategia del colosso cinese è quella di bissare il successo con i server e dunque in ambito enterprise, giacché grazie al contributo dell’offerta di Ibm potrà posizionarsi al terzo posto nel mercato dei prodotti con architettura x86. “Lenovo ha grandi progetti sul mercato enterprise”, ha commentato Gerry Smith, executive vice president dell’azienda e presidente dell’Enterprise Business Group e dell’area geografica delle Americhe. “Via via saremo in grado di competere con vigore in ogni settore, grazie alle economie di scala nella produzione e all'eccellenza operativa, per ripetere nell’area enterprise (server e storage), il successo già ottenuto nell’ambito dei Pc”.

Yang Yuanqing, presidente e amministratore delegato di Lenovo

L’operazione societaria è stata approvata dagli organismi regolatori e sarà effettiva dal primo di ottobre. Lenovo pagherà 2,3 miliardi di dollari, cifra suddivisa in 1,8 miliardi versati in contanti e 280 milioni in azioni. L’accordo prevede che passino nelle mani di Lenovo le soluzioni System x, BladeCenter e Flex System, i sistemi integrati Flex su piattaforma x86, i server NeXtScale e iDataPlex con relativo software, blade networking e le attività di manutenzione. Rimarranno, invece, all’azienda americana i mainframe System z, i Power Systems, Storage Systems, i server Flex basati su Power e le appliance PureApplication e PureData.

Il passaggio di mano non riguarda solo le tecnologie, ma anche i dipendenti: circa 6.500, distribuiti su una ventina di Paese, quelli che Ibm lascerà in dote a Lenovo. Quest’ultima ha parlato di “integrazione dei team di lavoro”, senza scendere nei dettagli logistici, specificando comunque come sia il passaggio dei dipendenti sia quello delle attività commerciali nell'area Emea avverranno gradualmente da qui alla fine dell'anno fiscale, a marzo 2015.

Diversi e ambiziosi gli obiettivi di medio e lungo termine citati da Smith nella chiacchierata telefonica con i giornalisti: diventare i numeri uno sul fronte della sicurezza integrata nei prodotti, promuovere l'innovazione grazie al lavoro di un team di ingegneri ora più ampio e globale, migliorare la produttività, l'efficienza e l'integrazione culturale dei dipendenti. “Al momento”, ha aggiunto Yang Yuanqing, “le nostre prorità sono quelle di garantire un’integrazione agevole e un passaggio senza intoppi per i nostri clienti”.

All’orizzonte ci sono già nuovi obiettivi: la prossima acquisizione programmata, e ancora soggetta ad approvazione formale, è quella di Motorola Mobility, attualmente in mano a Google che l’aveva comprata solo nel 2012 per 12,5 miliardi di dollari. Dopo la vendita di alcune attività e abbondanti licenziamenti, il ridimensionato business dell’azienda passerà a Lenovo per soli 2,91 miliardi di dollari, fra contanti e azioni. Se la storia non mente, la multinazionale cinese saprà farne miglior uso rispetto a Google, e d’altra parte la mossa è strategica perché permette a Lenovo di conquistare il terzo posto sul podio nel mercato dei produttori di smartphone. Dopo i Pc e i server, il prossimo terreno di conquista è già deciso.

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