YouTube diventa un po' più simile a WhatsApp, almeno quando vi si accede da dispositivo mobile. Dopo alcuni mesi di sperimentazione in Canada, Google ha fatto debuttare una nuova funzionalità di condivisione dei video all'interno di chat, estendibili a un massimo di trenta contatti. Il funzionamento è semplice: dopo aver creato e caricato un contenuto sulla piattaforma, diventa possibile condividerlo con i propri amici e conoscenti tramite una chat privata, cliccando sulla relativa icona.
La chat include naturalmente l'interazione testuale, ma anche gli emoji, la condivisione di link o di più video al suo interno. Si possono includere nella conversazione uno o più persone scelte nella lista dei contatti del telefono, così come è possibile invitare destinatari ulteriori attraverso link condivisibili su YouTube o su altre piattaforme.
Per Google si tratta di un “nuovo modo di condividere” e, implicitamente, di un modo per aumentare il traffico dati e la permanenza degli utenti sulla piattaforma. Il rollout di questa nuova funzionalità è cominciato dal Nordamerica e sarà gradualmente esteso a tutto il mondo, limitandosi inizialmente alle applicazioni Android e iOS di YouTube e dunque non riguardando (almeno in questa fase) l'esperienza di utilizzo dal desktop.
Un altro annuncio arrivato in questi giorni da Mountain View riguarda l'inserimento degli annunci pubblicitari all'interno dei video. Diventati sempre più invadenti, al punto da interrompere anche più volte la fruizione di un filmato, i contenuti sponsorizzati non possono però tappezzare qualsiasi contenuto presente su YouTube ma sono soggetti ad alcune regole e limitazioni. Debutta ora una nuova classificazione, tesa a chiarire meglio a chi pubblica un video come sia possibile monetizzarlo: un simbolo del dollaro di colore verde indica che è possibile guadagnare attraverso gli ads di qualsiasi inserzionista pubblicitario e anche tramite YouTube Red; un'icona gialla segnala che alcuni inserzionisti sono stati esclusi; quella nera, infine, marchia i video che non possono monetizzare in alcun modo dal momento che violano il copyright o la proprietà intellettuale altrui.