21/10/2014 di Redazione

Ibm delusa per il crollo degli utili, Rometty pronta a reagire

Il colosso dell’informatica nel terzo trimestre ha totalizzato appena 18 milioni di dollari di utili, contro i 4 miliardi dell’anno precedente. In attesa del passaggio della produzione di chip a Globalfoundries, l’amministratore delegato ha ammesso: “Siam

immagine.jpg

Ibm non nasconde la testa sotto la sabbia: “Siamo delusi dalla nostra perfomance”, ha ammesso l’amministratore delegato Ginni Rometty commentando i risultati finanziari del terzo trimestre, dominati da un crollo degli utili dai 4 miliardi dell’anno scorso agli attuali 18 milioni di dollari. Il fatturato trimestrale è sceso del 4%, fino a 22,4 miliardi di dollari (contro i 23,39 milioni ipotizzati dagli analisti), mentre l'utile rettificato del gruppo è stato pari a 3,68 dollari per azione (contro i 4,32 dollari stimati).

"A settembre abbiamo osservato un marcato rallentamento nei comportamenti d’acquisto dei nostri clienti”, ha proseguito Rometty, “e questi risultati mettono in evidenza un ritmo di cambiamento senza precedenti nella nostra industria”. Industria in cui un elemento di “zavorra” è sicuramente rappresentato dai costi di produzione dei chip: la divisione Ibm dedicata a questa attività è in perdita di 1,5 milioni di dollari all’anno, tant’è che l’azienda mira a passarla in carico a Globalfoundries, mantenendo la proprietà intellettuale sulle tecnologie brevettate.

Lo spostamento delle risorse dall’hardware al software sembra far parte di un piano strategico più generale, come sottolineato dalla stessa Ceo: “Anche se non abbiamo raggiunto i risultati attesi”, scrive Rometty in una nota stampa, “abbiamo continuato ad avere buone performance nelle nostre aree di crescita strategiche – il cloud, i dati e gli analytics – in cui stiamo spostando il nostro focus. Accelereremo questa trasformazione. Stiamo mettendo in pratica una strategia definita che innalzerà il valore di Ibm, e abbiamo intrapreso azioni significative per abbandonare attività non strategiche”.

 

 

L’affermazione include, probabilmente, anche la recente vendita della divisione dei server x86 a Lenovo (per 2,1 miliardi di dollari), nonché “l’annuncio che ci priveremo delle attività di produzione dei semiconduttori, per focalizzarci sulla ricerca & sviluppo che potranno differenziare i nostri prodotti”, ha commentato l’amministratore delegato. “Continueremo a compiere gli investimenti e i cambiamenti necessari per gestire il nostro business nel lungo periodo”, ha concluso Rometty.
 

ARTICOLI CORRELATI