21/04/2015 di Redazione

Ibm e i sacrifici della trasformazione: fatturato giù, cloud a +60%

Nel primo trimestre fiscale, l’azienda di Ginni Rometty è calata di quasi il 12% in giro d’affari e del 2,4% negli utili rispetto a un anno prima. Ma l’amministratore delegato ribadisce il percorso di trasformazione verso i business a valore aggiunto, men

immagine.jpg

Ibm chiude una trimestrale complessivamente negativa nei numeri, ma abbastanza positiva nella sostanza: il fatturato è calato dell’11,9%, fino a 19,59 miliardi di dollari, nel confronto anno su anno, mancando di 100 milioni le stime degli analisti. E tuttavia l’azienda si dice ottimista. I mercati le credono, perché alla luce di questi dati il titolo ha perso solo qualche decimo percentuale a Wall Street. Due giustificazioni ricorrenti compaiono, ultimamente, tra le righe dei risultati finanziari (non troppo rosei) dei colossi Ict: l’andamento del dollaro, troppo forte e punitivo nei confronti dei mercati esteri, e gli “assestamenti” del modello di business verso attività più legate al cloud computing e ai servizi.

La società di Ginni Rometty non fa eccezione, ma anzi incarna pienamente questo percorso di trasformazione, come già evidente nella scelta di vendere la divisione server x86 a Lenovo, lo scorso anno.

Nel trimestre iniziale del 2015, il dodicesimo consecutivo a segno meno, Ibm ha incrementato del 60% (nel confronto con l’analogo periodo del 2014) le entrate legate al cloud, portandole a 3,8 miliardi di dollari, mentre gli analytics sono cresciuti del 12%. “Il nostro focus sulla trasformazione dell’offerta verso prodotti a maggior valore e gli investimenti nelle aree chiave del business hanno portato avanti l’espansione dei margini di profitto”, ha dichiarato Rometty.

 

Ginni Rometty, Ceo di Ibm

 

Il successo di questi due filoni, cloud e analytics, non nasconde comunque del tutto il calo generale. Ancora una volta si può citare l’andamento del dollaro, in parte causa della discesa a doppia cifra del fatturato e del -2,4% segnato dagli utili trimestrali, 2,3 miliardi di dollari. Gli utili per azione si sono attestati sui 2,68 dollari. Similmente, Ibm ha attribuito alle fluttuazioni valutarie la responsabilità dei cali nelle vendite di servizi (-12% a valore), di software (-8%) e di hardware (-23%, dato su cui pesa anche la vendita della divisione server x86).

 

ARTICOLI CORRELATI