20/03/2017 di Redazione

Ibm porta la tecnologia blockchain sulla nuvola

Big Blue mette a disposizione sul proprio cloud il servizio distribuito per la convalida delle informazioni, basato sul progetto Hyperledger della Linux Foundation. Avviata una prima sperimentazione in Canada con SecureKey Technologies e un gruppo di banc

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Anche il blockchain diventa “as-a-Service”. Merito di Ibm, che ha messo a disposizione sul proprio cloud la tecnologia basata sul progetto open source Hyperledger Fabric v1.0, realtà nata in seno alla Linux Foundation. Un’iniziativa con cui Big Blue ha a che fare da diverso tempo, in quanto un anno fa ha pubblicato 44mila linee di codice su Github nate proprio lavorando a questo progetto. Sfruttando i servizi cloud di Ibm, gli sviluppatori potranno realizzare tecnologie di livello enterprise capaci di elaborare oltre mille transazioni al secondo, con funzionalità di sicurezza e validazione avanzate. Il blockchain, diventata nota ai più per essere al cuore della criptovaluta bitcoin, grazie al suo meccanismo distribuito consente potenzialmente a qualsiasi organizzazione (aziende ed enti pubblici) di realizzare una rete fidata e a prova di manomissione, in cui i membri possono condividere dati senza rischio che questi vengano alterati in modo fraudolento.

La possibilità di “prelevare” la tecnologia dalla nuvola, sfruttandola come servizio, elimina alla radice le complessità di implementazione e di gestione demandandole al provider. Per essere certa di offrire un prodotto che fosse il più possibile sicuro pur trovandosi concretamente al di fuori dei data center dei clienti, Ibm ha aggiunto una serie di funzionalità al blockchain “standard”, tra cui un’area isolata del proprio cloud in cui posizionare il “libro contabile” della catena.

Per fare ciò, Big Blue ha progettato un container con cui riesce a prevenire l’accesso non autorizzato, implementando dell’hardware responsivo in grado di spegnersi automaticamente in caso di violazione. Inoltre, il servizio è stato realizzato per consentire alle aziende di avere audit precisi su tutte le attività e gli eventi processati, in modo da avere sempre sott’occhio la situazione anche in caso di incidente.

Ibm sta già lavorando con un cliente, SecureKey Technologies, e con un gruppo di banche canadesi per sviluppare una rete di identità digitali: la piattaforma, che dovrebbe essere completata nel corso dell’anno, faciliterà l’accesso a servizi online, come quelli bancari, per gli utenti. Gli istituti di credito coinvolti nell’iniziativa sono Bank of Montreal, Royal Bank of Canada, Bank of Nova Scotia, Canadian Imperial Bank of Commerce e Toronto-Dominion Bank.

 

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