23/08/2018 di Redazione

Il 5G australiano farà a meno di Huawei e Zte

Canberra ha deciso di estromettere i due vendor cinesi dalla fornitura di apparecchiature per le reti mobili di quinta generazione: “Controllate da Pechino”. Dura la reazione del Paese del Dragone, che ha bollato come “scuse” i timori del governo sulla si

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L’Australia imita Donald Trump e sbarra la porta a Huawei e Zte. Le due aziende cinesi hanno confermato che Canberra non permetterà loro di fornire apparecchiature di rete per il lancio del 5G, fissato per l’anno prossimo. In un tweet, Huawei ha scritto che la decisione del governo australiano è “un risultato estremamente deludente per i consumatori. Siamo leader mondiali nel 5G e negli ultimi 15 anni abbiamo fornito all’Australia tecnologie wireless sicure”. Il bando imposto a Huawei e Zte, ma rivolto più in generale a tutte le società cinesi, è contenuto nelle nuove linee guida in materia di sicurezza del 5G, pubblicate oggi dal governo. Pur non citando direttamente nessuna azienda, il documento sottolinea di voler estromettere dalle proprie reti qualunque vendor possa trovarsi sotto l’influenza di governi stranieri che confliggono con la legge australiana, allo scopo di proteggere in modo adeguato il network di quinta generazione da “accessi non autorizzati o interferenze”.

Questo perché, secondo una nuova legge approvata dalla Cina lo scorso anno, tutte le realtà tecnologiche del Dragone sono obbligate a fornire informazioni all’intelligence quando richiesto. E questo vale ovviamente anche per Huawei e Zte. La mossa di Canberra, pur giustificata dalla recente normativa, non è comunque piaciuta a Pechino, che ha bollato i timori sulla sicurezza come “scuse” per contrastare il legittimo business di una propria azienda all’estero.

Il bando arriva in un momento storico molto particolare nei rapporti tra i due Paesi: il Dragone è da tempo il principale partner commerciale per l’Australia, ma di recente le relazioni fra le due parti sono peggiorate. E sicuramente, con questa nuova iniziativa di Canberra, sarà difficile che i rapporti migliorino. Due settimane fa il premier liberale Malcolm Turnbull ha cercato di calmare le acque, ma il suo governo sta affrontando in queste ore una crisi politica senza precedenti, con le dimissioni di dieci ministri, e le sue parole sono cadute nel vuoto.

Il ban imposto su Huawei e Zte è anche più duro di quello approvato pochi giorni fa da Donald Trump, che ha proibito alle agenzie governative statunitensi di rifornirsi di tecnologie dai due vendor. Ma la dimostrazione di forza della Casa Bianca riguarda soltanto il proprio personale e i vari livelli delle amministrazioni, non gli operatori telefonici che al momento possono quindi continuare a scegliere liberamente i propri partner.

 

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