30/11/2017 di Redazione

Il 97% dei clienti di Coinbase si è salvato dal fisco Usa

L’exchange di criptovalute dovrà passare all’Internal Revenue Service statunitense informazioni dettagliate su circa 14mila clienti che, tra il 2013 e il 2015, hanno effettuato transazioni per un valore superiore a 20mila dollari.

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Coinbase regola parzialmente i conti con il fisco americano. Uno degli exchange più importanti di criptovalute in termini di liquidità ha ricevuto l’ordine da un giudice federale di San Francisco di comunicare all’Irs, l’Internal Revenue Service degli Usa, maggiori informazioni sugli utenti registrati alla piattaforma che, fra il 2013 e il 2015, hanno effettuato transazioni per un valore superiore a 20mila dollari. Coinbase ha parlato di “vittoria parziale” perché, “sebbene la corte non abbia respinto completamente la richiesta governativa della pubblicazione dei record di alcuni clienti […] siamo fieri di aver raggiunto due importanti traguardi”. Innanzitutto, come sottolineato in un blog post da David Farmer, responsabile della comunicazione dell’exchange, “il governo ha ampiamente ridotto la portata della sua citazione”.

Grazie agli sforzi di Coinbase, “i record di oltre 480mila clienti sono stati protetti, il che significa una riduzione del 97 per cento” rispetto a quanto inizialmente richiesto dall’Irs. In secondo luogo, “la quantità di dati che dobbiamo ora produrre per i circa 14mila utenti impattati è anch’essa diminuita”, perché la corte californiana ha deciso di anteporre innanzitutto la questione della privacy.

Non verranno quindi più esaminate informazioni come il profilo completo dei trader, le procedure di know your customer (Kyc) seguite, i log delle transazioni e così via. La richiesta del fisco a stelle e strisce non è comunque priva di fondamento, perché le piattaforme di scambio di criptovalute sono spesso il teatro perfetto per effettuare il trading di soldi dalla dubbia provenienza. Da qui la volontà dell’Irs di ottenere maggiori informazioni sugli utenti più attivi e con maggiore liquidità.

Coinbase sta per assecondare l’ordine del giudice e ha sottolineato che tutti i clienti interessati verranno avvisati quanto prima. L’obiettivo dell’azienda è ora quello di collaborare proattivamente con l’Internal Revenue Service per “stabilire un metodo scrittura dei resoconti più ragionevole, che abbia senso sia per i fornitori di servizi nel mercato delle criptovalute sia per gli stessi clienti”.

Il mondo delle monete digitali continua quindi a far discutere l’opinione pubblica, mentre fra ieri e oggi il bitcoin, la critpovaluta più famosa, si è reso protagonista di un vorticoso giro di montagne russe. Dopo aver sfondato quota 11mila dollari in poche ore, nel giro di un minuto è crollato a doppia cifra, per poi risalire nuovamente. Niente di particolare, almeno in un mercato volatile come quello dei bitcoin, ma che nell’ultimo anno è cresciuto a dismisura arrivando a superare una capitalizzazione di 172 miliardi di dollari.

 

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