04/05/2017 di Redazione

Il blackout di Whatsapp non rovina la festa a Facebook

Nel trimestre di gennaio-marzo la società di Zuckerberg ha superato i tre miliardi di fatturato, battuto ogni stima di utili e fatto crescere fino a 1,94 miliardi il numero di utenti attivi. Un successo, che fa dimenticare l'ultimo episodio di disservizio

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Il mondo non può quasi più fare a meno di Facebook e di WhatsApp. Due patrimoni che fanno di Mark Zuckerberg un uomo fortunato, certamente soddisfatto della continua crescita di utenza e dei risultati finanziari del social network, mentre il “blackout” sperimentato ieri sera dall'app di messaggistica – il servzio è rimasto offline per alcune ore, in Italia fra le 22.30 e le due di notte – probabilmente non inciderà sull'affezione del pubblico a WhatsApp. L'azienda si è limitata a spiegare che in tutti i Paesi “gli utenti non hanno avuto accesso a Whatsapp per alcune ore” e che il problema (forse relativo alle comunicazioni client-server e al Dns) è stato risolto. Nessun grande disagio, quindi. Semmai, il fatto che la notizia della momentanea defiance dell'applicazione sia rimbalzata un po' ovunque in Rete dimostra quanto ormai il continuo contatto con essa sia dato per scontato dai circa 1,2 miliardi di utilizzatori abituali.

Tornando a Facebook e ai suoi conti, il trimestre terminato a fine marzo ha superato i tre miliardi di dollari di ricavi, 3,06 miliardi, con una impressionante crescita rispetto agli 1,74 miliardi circa del primo quarter del 2016. La società ha, inoltre, battuto ogni stima per quanto riguarda gli utili: l'Eps Gaap del trimestre ha raggiunto un valore di 1,04 dollari, ben superiore agli 87 centesimi pronosticati dagli analisti. (Facciamo notare fra parentesi che d'ora in poi non verranno più comunicati i valori non-Gaap di spesa, fatturato, tasse e utile per azione, ma soltanto quelli calcolati secondo criteri Gaap).

Il business è in salute perché l'azienda riesce a far fruttare bene i propri prodotti pubblicitari, che infatti hanno fruttato il 48% in più rispetto all'analogo periodo dello scorso anno e che hanno beneficiato del miglioramento dell'offerta per il mobile. Da qui, cioè dalle app per Android, iOS e Windows Mobile, proviene ormai l'85% del giro d'affari. Ma il business è in salute anche perché il pubblico già amplissimo del social network non smette di crescere: nell'arco di tre mesi, da fine dicembre 2016 a fine marzo 2017, si è passati da 1,86 a poco meno di 1,94 miliardi di utenti attivi (su base mensile), con significativo contributo dei residenti nella regione Asia-Pacifico. L'audience media giornaliera è, invece, salita da 1,22 a 1,28 miliardi di persone.

 

 

 

Qualche ombra è ancora proiettata su quella che è ormai la piattaforma tecnologica ma anche il luogo d'incontro virtuale più frequentato del pianeta. La credibilità dei suoi contenuti, innanzitutto: nonostante l'impegno intrapreso nella lotta alle fake news, queste rimangono ancora un problema e un problema di non rapida risoluzione, essendo in gioco questioni culturali ancor prima che policy e tecnologie. E qualche piccola nota polemica, affrontata anche da Mark Zuckerberg durante la earnings call, riguarda un presunto plagio di delle “storie” di Snapchat attraverso la nuova funzione dello status di Whatsapp: il Ceo ha sottolineato come il WhatsApp Status abbia conquistato 175 milioni di utenti in meno di tre mesi dal lancio, superando in un battito di ciglia i livelli dell'applicazione concorrente.

 

 

 

Una implicita frecciatina a Snapchat la si può leggere anche nella battuta spesa da Zuckerberg sul tema della realtà virtuale e della comunicazione a mezzo video: “Inizialmente, credo, siamo arrivati un po' tardi sulla tendenza che ha fatto delle fotocamere lo strumento centrale di condivisione. Ma oggi siamo parecchio avanti per quanto riguarda la tecnologia che stiamo sviluppando e la creazione di una piattaforma aperta”. Negli ultimi mesi il social network ha introdotto nuove funzioni incentrate sulla comunicazione visiva, come le foto e i video esplorabili a 360 gradi e come le dirette in streaming, territorio battuto anche da Twitter e YouTube. Nei prossimi mesi, inoltre, Facebook potrebbe sconfinare nel campo di LinkedIn con l'aggiunta degli annunci di lavoro nella pagine aziendali (ora in fase di sperimentazione).

 

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