28/01/2015 di Redazione

Il boom delle auto connesse: per Gartner, 250 milioni nel 2020

La società di ricerca ha elevato la sua precedente previsione di 150milioni di veicoli connessi all’inizio del prossimo decennio. Sensori e sistemi di infotainment usciranno dai confini dei modelli di lusso, diffondendosi su un quinto dei veicoli circolan

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In principio fu il Gps. Da qui a qualche anno, la connettività a bordo delle automobili diventerà un fenomeno ancora più ricco, tecnologicamente sofisticato e comunemente diffuso: secondo Gartner, nel 2020 circoleranno 250 milioni di vetture dotate di una qualche forma di connettività basata sull'Internet of Things, ovvero un’automobile su cinque potrà essere definita come “connected car”. La cifra è corposa, e aumenta notevolmente la stima di 150 milioni di auto connesse nel 2020 fatta dalla medesime società di ricerca poco tempo fa.

I veicoli tappezzati di sensori, di telecamere, di sistemi di infotainment e di raccolta dati attraverso il Web rappresenteranno una parte importante del fenomeno dell’Internet delle cose. Gartner quantifica in 25 miliardi il numero di oggetti connessi, di ogni genere, che potranno essere conteggiati all’inizio del prossimo decennio, mentre già quest’anno si arriverà a 4,9 miliardi incrementando del 30% il risultato del 2014.

Le auto connesse rappresenteranno un driver di vendita e una fonte di guadagno aggiuntiva per i costruttori di auto, o meglio questo scenario è già realtà ma limitatamente ad alcune sperimentazioni. Negli Stati Uniti General Motors, per esempio, la scorsa primavera ha iniziato vendere alcuni modelli dotati di connettività WiFi, come la Chevrolet Malibu, su cui operatori come OnStar e AT&T stanno proponendo servizi di traffico dati a costi contenuti (da 5 dollari al mese). Audi e Tesla stanno proponendo iniziative simili, mentre Hyundai ha stretto accordi con Verizon e Chrysler con Sprint.

Da lusso a mainstream

“Le auto connesse sono già una realtà”, ha commentato James F. Hines, ricercatore di Gartner, “e la connettività wireless di bordo si espanderà rapidamente dai modelli di lusso dei marchi premium ai modelli di fascia media più diffusi. Il crescente consumo e la crescente creazione di contenuti digitali all’interno dei veicoli determina la necessità di sistemi di infotainment più sofisticati”.

Tutto questo, a detta di Gartner, si traduce in nuove opportunità per il mercato dei processori, degli acceleratori grafici, dei display e delle interfacce per l’interazione fra passeggeri e auto. Allo stesso tempo, si creeranno nuovi stili di utilizzo delle automobili (in parte già osservabili con il fenomeno del car sharing cittadino): è possibile immaginare, per esempio, applicazioni mobili con cui prenotare un’auto e richiedere di ritirarla sotto casa.

 

Il prototipo di driverless car di Google

 

Una questione di standard

Per far contenti i produttori di automotive, quelli di tecnologia e gli utenti, una condizione andrà però soddisfatta: i modelli di sviluppo dell’Internet of Things su quattro ruote dovranno essere sostenibili nel tempo. Il che significa soprattutto compatibilità e interoperabilità fra quelli che supereranno la selezione naturale.

“Molti standard ed ecosistemi dell’Internet delle cose sono ancora in fase di sviluppo”, ha sottolineato Alfonso Velosa, research director di Gartner, “e alcuni vendor ed ecosistemi potrebbero fallire una volta messi in pratica gli attuali progetti”. Ancora nel 2018, a detta di Gartner, non esisterà una piattaforma dominante per l’Internet of Things.
 

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