21/02/2011 di Redazione

Il Ceo di Hp: "dobbiamo innovare più velocemente"

In un'intervista al Wall Street Journal, Leo Apotheker mette a nudo i limiti della compagnia californiana - "dobbiamo portare più velocemente i nostri prodotti sul mercato" - ed evidenzia come nel portfolio software la società abbia "ancora alcune debole

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La finestra da cui lanciare una sorta di accorato monito interno è stata, settimana scorsa, il Wall Street Journal. È dalle colonne del prestigioso quotidiano newyorkese infatti che Leo Apotheker, il Ceo di Hp, ha dato una scossa alla società californiana, di cui è al timone dalla fine dal primo novembre scorso. “Dobbiamo dare fuoco al nostro motore di innovazione e portare sul mercato I nostri prodotti più velocemente”: parole, quelle riportate dal Wsj, che non hanno bisogno di molte spiegazioni. Il problema di Hp è quindi nella lentezza con cui aggiorna il proprio portfolio di soluzioni e nella latenza che contraddistingue il lancio di nuove tecnologie? Il problema, stando a quanto dice Apotheker, sta nel mezzo: e cioè nel troppo tempo impiegato dalla casa di Palo Alto a rendere disponibili le innovazioni che si sviluppano in laboratorio.

Il Ceo di Hp, Leo Apotheker


Il Ceo non ha fatto riferimento a specifici prodotti ma stando a vari addetti ai lavori americani la questione tablet è sicuramente uno degli argomenti cui il Ceo probabilmente si riferiva. La genesi del debutto dello Slate 500, tavoletta con a bordo Windows 7, è a del resto molto indicativa in tal senso: prima lo show di Steve Ballmer al Ces di Las Vegas 2010, poi (in primavera) la cancellazione del progetto, quindi il lancio ufficiale del dispositivo (lo scorso ottobre). Nel mezzo l’acquisizione di Palm e per corollario finale l’annuncio, due settimane fa, del Touch Pad con a bordo la piattaforma WebOs, che non arriverà sul canale di vendita negli Usa prima dell’estate. Qualche mese dopo le tavolette di Motorola e Research In Motion.

Se l’oggetto della riflessione pubblica di Apotheker sono i tablet, come si spiega però la sua uscita a muso duro dopo che lo stesso Ceo a più riprese ha evidenziato in questi mesi come l’asset più importante per il futuro di Hp si chiami software? Il manager, una certa coerenza in tal senso l’ha comunque dimostrata, e al Wsj ha parlato infatti di “alcune debolezze nell’offerta di soluzioni applicative” e di come la compagnia debba generare più business fuori dagli Usa.





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