29/04/2020 di Redazione

Il cloud ibrido e aperto al centro degli sviluppi di Red Hat

Il Summit 2020, inevitabilmente organizzato in modalità virtuale, ha raccolto oltre 38mila adesioni e portato l'attenzione sulle ultime novità in ambito OpenShift e Kubernetes.

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L'emergenza Covid-19 sta forzando le aziende a organizzare eventi solo in forma virtuale. Perlopiù si parla di situazioni locali, ma Red Hat è stata fra le prime a proporre la formula per una manifestazione di portata globale come il proprio Summit, originariamente in programma a San Francisco dal 27 al 29 aprile. La scommessa, sulla carta, si può dire vinta, dato che ci sono state ben 38mila registrazioni da ogni parte del mondo.

A fare da anfitrione, dal salotto-ufficio di casa sua, è stato il nuovo presidente e Ceo della società, Paul Cormier, succeduto nei mesi scorsi a Jim Whitehurst, nel frattempo diventato presidente di Ibm (lo ricordiamo, proprietaria anche di Red Hat). Il manager ha rapidamente riassunto alcuni concetti formatisi accanto alla crescita dell'open source, come virtualizzazione, ibrido e cloud, tutti nati come idee e oggi profondamente integrati nelle nostre vite quotidiane: "Lavoriamo in un mondo eterogeneo, che richiede un ambiente di sviluppo comune per le operations, la sicurezza e l'automazione. Il concetto di ibrido non ha più a che fare con una tendenza, bensì con un imperativo strategico". Cormier non ha mancato di agganciarsi alla particolare contingenza che tutti stiamo vivendo: "Oggi più che mai, le esigenze specifiche di ciascuna organizzazione sono più evidenti. Alcuni di esse devono rapidamente scalare le proprie attività per soddisfare i picchi nelle richieste di servizi, mentre altre cercano di rafforzare e mantenere le proprie operazioni It di base. Invece di offrire solo tecnologie per soddisfare le esigenze dell'una o dell'altra, Red Hat fornisce una serie di soluzioni flessibili e completamente aperte per i clienti, adattandosi a loro dove sono e con ciò di cui hanno bisogno".

Il presidente e Ceo di Red Hat, Paul Cormier, durante il Summit 2020

L'attuale scenario, liquido e incerto, consente a Red Hat di sottolineare le difficoltà di chi si trova costretto entro i limiti delle tecnologie proprietarie e legacy, per enfatizzare un tempo contemporaneo guidato dall'innovazione open source, che rende possibile sfruttare le piattaforme capaci di combinare il data center edge e on premise con il multicloud.

Anche le ultime novità presentate al Summit sono focalizzate essenzialmente sull'hybrid cloud, anche perché una ricerca interna condotta da Red Hat ha evidenziato come il 31% dei clienti stia già oggi facendo prevalere una strategia orientata in questa direzione: "I dati sono ovunque e le applicazioni devono essere rilasciate su qualsiasi endpoint tramite canali multipli", ha commentato Matt Hicks, executive vice president dei prodotti e delle tecnologie. "Mentre i competitor aggiungono innovazione open, come quella di Kubernetes, agli ambienti legacy, noi integriamo le tradizionali tecnologie da data center al cloud ibrido costruito su Linux".

Di particolare portata innovativa appare la funzionalità OpenShift Virtualization, che consente alle imprese di sviluppare, implementare e gestire applicazioni che si eseguono su macchine virtuali accanto a quelle che passano per container e serverless. Derivata dal progetto open source KubeVirt, la soluzione è al momento disponibile solo in preview in Red Hat OpenShift. La piattaforma di applicazioni containerizzate si è aggiornata alla versione 4.4, che utilizza Kubernetes Operators, estensioni software progettate per implementare e gestire applicazioni native per la tecnologia di orchestrazione dei container. Da menzionare, infine, che, per affrontare le sfide della gestione dell'esecuzione di applicazioni native per il cloud nei cluster su larga scala, di produzione e distribuiti di Kubernetes, Red Hat ha introdotto Advanced Cluster Management, una soluzione che fornisce un singolo punto di controllo semplificato per il monitoraggio e la distribuzione dei cluster OpenShift su larga scala, offrendo governance basata su policy e gestione del ciclo di vita delle applicazioni.

 

 

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