07/02/2015 di Redazione

Il cyberbullismo si può sconfiggere in cinque mosse (tecnologiche)

Anche un fenomeno nato sul Web e poi alimentato dai social network può essere contrastato con i mezzi tecnologici. WatchGuard, società di sicurezza It, ha stilato un elenco di consigli pratici per contrastare il fenomeno del bullismo cybernetico, oggi ric

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Con il cyberbullismo, non tutta la tecnologia viene per nuocere. Lo stesso mezzo che ha fatto sbocciare un nuovo fenomeno, declinazione “digitale” di un più ampio e annoso problema diffuso nel mondo degli adolescenti, ovvero il Web, può anche aiutare a combatterlo. Come ha spiegato WatchGuard, multinazionale americana specializzata in sicurezza delle reti, rilasciando una lista di consigli rivolti a genitori, insegnanti ma anche ai responsabili It degli istituti scolastici.
Cinque regole, di facile applicazione, che possono servire ad arginare e combattere quello che oggi (secondo un sondaggio di nobullying.com) è riconosciuto come un problema dal 68% degli adolescenti.

Secondo dati diffusi dai media italiani, inoltre, nell’età critica dei tredici anni il 31% dei ragazzi è vittima di persecuzioni propagate via chat, via Sms o sui social network. Il fenomeno riguarda anche i bambini più piccoli, dagli otto anni in su, e si intensifica ulteriormente dopo i 13 anni.

Il primo consiglio è quello di monitorare l’utilizzo delle app da parte degli studenti, verificando che non eseguano applicazioni pericolose (anche per la sicurezza dei loro smartphone) o che supportano funzionalità che sono tipico strumenti di bullismo, come il video sharing.

Un altro potenziale rischio da tenere sott’occhio è rappresentato dai protocolli Ssl, utili e necessari per connettere in modo sicuro i dispositivi a Internet ma anche adoperabili dai cyberbulli (oltre che dai criminali informatici) per nascondere le loro attività. Per evitare che il traffico Https riduca la visibilità su ciò che accade sulle reti degli istituti scolastici, il consiglio di WatchGuard è di sfruttare sistemi in grado di filtrare e ispezionare i contenuti criptati.

La terza buona regola da seguire è quella di segmentare le reti, separando quelle che contengono informazioni confidenziali da quelle accessibili apertamente agli studenti: questo è fondamentale per proteggere i dati riservati o sensibili. WatchGuard si raccomanda di ampliare la visibilità sulla provenienza del traffico di rete e di salvaguardate la separazione richiedendo l’autenticazione e rafforzando le policy di sicurezza.

 

(Dal sito nobullying.com)

 

Un’alternativa possibile, proposta dallo stesso vendor, è WatchGuard Dimension, una soluzione integrata nei firewall WatchGuard Utm e Ngfw, che esegue analisi su grandi volumi di dati e genera report sul traffico di rete e su eventuali problemi o possibli minacce. In questo modo la rete può essere protetta da spam, virus, siti compromessi, minacce nascoste, e attacchi di vario tipo.

Gli ultimi due consigli escono dal territorio strettamente tecnico. Per i dipartimenti It è importante informarsi sulle ultime tendenze del cyberbullismo: capire quali siti frequentano gli adolescenti (nel proprio contesto geografico) e quali applicazioni sono popolari fra gli studenti, leggere pubblicazioni sul tema, identificare i “modelli di navigazione” usati per diffondere le persecuzioni via Web, e rimanere sempre aggiornati sui temi del cybercrimine.

L’ultima, forse più importante, strategia contro il cyberbullismo è quella di creare un fronte unito di studenti, genitori, insegnanti e responsabili It scolastici, attraverso campagne di informazione, seminari e incontri.

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