26/04/2017 di Redazione

Il digitale conquista la manifattura, poche le Pmi insensibili

In Italia, secondo una ricerca condotta da Sap ed Sda Bocconi, il 63% delle piccole e medie aziende manifatturiere ha già lanciato o addirittura concluso progetti di digitalizzazione, mentre altre lo faranno quest'anno. Efficienza, organizzazione interna

immagine.jpg

L'industria manifatturiera, cuore imprenditoriale dell'Italia, non può fare a meno di trasformarsi sotto la spinta del digitale. Le piccole e medie imprese nostrane sembrano averlo compreso, nella quasi totalità dei casi: in una recente indagine condotta da Sap e da Sda Bocconi (“Digital Manufacturing”) su un campione di circa 1.200 Pmi italiane, il 63% delle realtà ha già concluso (27%) o lanciato (36%) almeno una iniziativa di digitalizzazione, mentre il 13% ha intenzione di farlo entro la fine di quest'anno. Non solo il numero dei progetti, ma anche gli investimenti sono destinati ad aumentare per un buon 41% di imprese manifutturiere.

La gestione economica delle iniziative pare già oggi piuttosto matura, benché prevalentemente orientata a non allocare budget specifici nella digitalizzazione. Questo accade solo nell11% dei casi, mentre nel 65% si attinge direttamente al più generale budget dell'azienda per l'anno in corso. La gestione dei progetti tende a seguire un approccio centralizzato non solo dal punto di vista finanziario, ma anche organizzativo: la responsabilità dei progetti viene affidata nel 48% dei casi a chi è alla guida dell'It e/o nel 40% dei casi ai dirigenti (Ceo o direttore generale) e nel 36% direttamente al proprietario dell'azienda. La somma delle percentuali è superiore a cento perché nel 62% delle iniziative viene indicata più di una figura dotata di ruolo guida, il che fa intuire come la digitalizzazione sia un processo trasversale alle divisioni, riguardante tanto gli aspetti tecnici quanto quelli strategici del business.

Perché trasformare la manifattura sfruttando la tecnologia? Fra le motivazioni trainanti, il 57% degli intervistati ha citato il desiderio di maggiore efficienza e produttività, il 47% il miglioramento del coordinamento interno e il 33% il potenziamento della qualità dei prodotti realizzati. In secondo piano scivolano altre motivazioni, come la volontà di migliorare la collaborazione con altre aziende, di allargare l'offerta e di trovare nuove fonti di ricavo.

"In un momento storico in cui sembra che sia sufficiente inserire tecnologia digitale in azienda per parlare di trasformazione o Industria 4.0, le aziende che abbiamo intervistato stanno dimostrando un approccio maturo al digital manufacturing, soprattutto dal punto di vista delle logiche di governo e di organizzazione”, ha commentato Gianluca Salviotti, docente di Sistemi Informativi della Sda Bocconi School of Management. “I nostri interlocutori sono impegnati a costruire l'infrastruttura, di processo e tecnologica, su cui basare le fondamenta del percorso verso i paradigmi dell'Industria 4.0. Il tutto senza ansia da moda tecnologica, ma con una oculata scelta di strumenti e tecnologie laddove opportuno”.

Anche a detta di Sap “L’Industry 4.0 presuppone che la digitalizzazione coinvolga tutta l’azienda e non solo la componente produttiva”, come ha spiegato il chief operating officer per l'Italia, Carla Masperi.Le soluzioni software devono essere in grado di sfruttare big data, social media, modelli di accesso al software in cloud, applicazioni IoT e comporre la dorsale digitale dell’organizzazione a cui collegare tutte le applicazioni a supporto del core business”. Non basta, dunque, che l'industria diventi 4.0: deve diventarlo l'intera filiera.

 


 

ARTICOLI CORRELATI